REDAZIONE FIRENZE

Scrivere Narrativa, Libertà, Anarchia e la Tentazione delle Regole

La scrittura narrativa è un universo di libertà e anarchia, dove tutto può accadere senza limiti. Le regole non esistono, ma ci sono accorgimenti, sensibilità, intuito e consapevolezza che guidano la scrittura. La libertà può essere spaventosa, ma è il desiderio di raccontare che deve essere il padre della scrittura.

Insisto ancora sulle regole, che in letteratura non esistono… O meglio, possono anche esistere, ma nel caso sono invisibili e inafferrabili, inconoscibili e dunque misteriose. Scrivendo narrativa ci muoviamo nell’indefinito per afferrare una storia e trasformarla in qualcosa di definito, e ognuno lo fa alla propria maniera, senza obbedire a nulla se non al desiderio di raccontare "quella" storia.

Riguardo a ciò che "governa" la scrittura, piuttosto che di regole possiamo parlare di accorgimenti, ma valgono solo fino a quando qualcuno non li contraddice, cosa che nell’evoluzione della letteratura è accaduta spesso, e ha inaugurato nuovi territori da esplorare. Magari possiamo parlare di sensibilità, di intuito, di istinto, di consapevolezza, tutte capacità e caratteristiche individuali, libere da regole e da schemi. Parlare di regole riguardo alla scrittura di un romanzo equivale a una sorta di autocensura, alla concezione di un terreno rinchiuso con il filo spinato dentro il quale ci concediamo il movimento, senza mai sognarci di uscirne. Nulla di più diverso da ciò che è veramente la scrittura, capace di far scoprire anche allo scrittore la bellezza e l’importanza di non avere confini. Parlare di regole è come condurre un treno che avanza sulle rotaie invece di camminare in un bosco senza sentieri o di cavalcare un cavallo indomito.

Come dico sempre, la Letteratura è un universo di libertà e di anarchia, dove tutto può accadere, anche l’inimmaginabile, senza alcuna esclusione… basta che il risultato finale funzioni. Non ci sono limiti alla fantasia e all’esplorazione, sia per quanto riguarda le storie, sia per quanto riguarda la scrittura in sé, la lingua, il tono, le varie forme che si possono usare per raccontare una storia. Forse a volte è proprio questa libertà che può spaventare e disorientare, e che dunque può far desiderare di sottostare a delle regole, che in fondo, anche se sono costrittive, vengono avvertite come rassicuranti. Una sorta di padre autoritario, che ti comanda ma ti protegge… ma la scrittura non deve avere padri, se non il desiderio di raccontare.