BARBARA BERTI
Cronaca

Scossone in Giunti. Montanarini esce di scena. La nuova libreria il pomo della discordia

Lo storico amministratore delegato della casa editrice ha lasciato. Per il momento le sue deleghe a un gruppo di manager apicali .

Scossone in Giunti. Montanarini esce di scena. La nuova libreria  il pomo della discordia

Scossone in Giunti. Montanarini esce di scena. La nuova libreria il pomo della discordia

Dà vita a un progetto culturale ambizioso e poi esce di scena. Se non è un terremoto, poco ci manca. Sicuramente è un divorzio. Resta da capire se consensuale o meno. L’addio di Martino Montanarini dalla casa editrice Giunti, dopo aver fatto tremare via Bolognese - come riporta il Corriere - sta facendo il giro della città (e non solo).

Montanarini, 59 anni, milanese di nascita, da ben 33 anni lavorava per la casa editrice fiorentina: sua l’operazione per l’acquisizione della casa editrice Bompiani nel 2016, sempre suo l’accordo con la Disney che dal 2014 ha visto i fiorentini pubblicare i libri in digitale e in carteceo di Disney Italia e quelli cartacei di Marvel e Lucasfilm. Montanarini entrò come amministratore delegato di Giunti Industrie Grafiche Spa nel 1990, sei anni dopo assunse l’incarico di direttore generale di Giunti Editore Spa e nel 1998 quello di amministratore delegato. Ruolo ricoperto fino a pochi giorni fa. All’inizio della scorsa settimana, con una stringata mail a tutti i dipendenti, il presidente Sergio Giunti ha comunicato che Montanarini non faceva più parte del gruppo. Lasciando senza parole tutti. Nessuna nota ufficiale è stata rilasciata dalla casa editrice che, però, fa sapere che si è trattato di una decisione arrivata alla fine di "un percorso condiviso" tanto che nella mail il presidente avrebbe espresso parole "calde" nei confronti dell’ormai ex collaboratore. Insomma, nessun ’esonero’ ma un "tranquillo saluto". A oggi, però, sul sito ufficiale della casa editrice il nome di Montanarini è già stato cancellato. Secondo alcune indiscrezioni il saluto non sarebbe stato affatto tranquillo. E sarebbe riconducibile alla grossa operazione economica che c’è dietro l’apertura della "G.O." (Giunti Odeon libreria e cinema). Inaugurata all’inizio di novembre scorso, la nuova Giunti, ospitata nel rinascimentale Palazzo dello Strozzino, è - a detta della critica di settore - una delle più belle librerie del mondo, un percorso sperimentale che unisce letteratura, musica, teatro e grande schermo, dove trovano spazio la classica programmazione serale e le proiezioni diurne su schermo led. "Un simbolo del rinascimento culturale che Firenze merita" le parole di Gabriele Ametrano, direttore artistico di G.O. (e già direttore del festival "La Città dei Lettori"), in occasione dell’inaugurazione.

Questo spazio innovativo potrebbe essere la causa del presunto litigio - o comunque acceso scambio di vedute - tra l’ex amministratore delegato e il presidente di Giunti. Magari il tutto riconducibile a una mera questione economica visto che alla fine i conti devono tornare, possibilmente con il segno più. La nuova libreria è, comunque, un orgoglio per la casa editrice che dal punto di vista dell’immagine sicuramente ci guadagna più che investendo in altri tipi di pubblicità.

Che il divorzio sia stato burrascoso lo lascia intendere anche il fatto che ancora oggi la casa editrice non ha un nuovo ad. Al momento, infatti, le deleghe di Montanarini sono state affidate a un gruppo di manager apicali di Giunti. In particolare tre sono gli uomini interessati da questa riorganizzazione: il vicepresidente Bruno Mari, il vicepresidente Chief Financial Officer Daniele Tinelli e Jacopo Gori, direttore Libri Trade di Giunti Editore, che rafforza così la sua scalata partita dalla catena Giunti al Punto.