REDAZIONE FIRENZE

Scontri davanti al Consolato Usa, annullati i sequestri di pc e cellulari degli indagati

I giudici hanno annullato anche i decreti di perquisizione che, disposti dalla procura di Firenze, furono eseguiti all'alba del 28 maggio scorso

Manifestazione pro Palestina a Firenze (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 17 luglio 2024 – ll tribunale del Riesame di Firenze ha disposto la restituzione di pc, cellulari e tablet sequestrati a sei persone indagate per gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine avvenuti vicino al consolato Usa a Firenze, in occasione di un corteo per la Palestina, il 23 febbraio 2024. I giudici hanno annullato anche i decreti di perquisizione che, disposti dalla procura di Firenze, furono eseguiti all'alba del 28 maggio scorso nelle abitazioni degli indagati, tra cui Luca Toscano, coordinatore di Sudd Cobas Prato Firenze, la coordinatrice dello stesso sindacato Sarah Caudiero e quattro studenti. Per tutti il reato ipotizzato è di resistenza aggravata.

La procura che fa indagini, secondo il riesame, può accedere ai dati più intimi dell'indagato ma è necessario che rispetti una serie di princìpi. "Occorre motivare perché il sacrificio imposto all'indagato (o al terzo non indagato) sia necessario alle indagini” e “indicare oltre al nesso di pertinenza tra res, reato per cui si procede e finalità probatoria la durata del sequestro, ma anche cosa viene ricercato, i criteri di selezione di quello che interessa alle indagini”. “Tutto questo - spiegano i giudici del Riesame - si configura come indispensabile per tutelare chi subisca il sequestro per consentirgli la difesa, per evitare che il sequestro probatorio assuma una valenza esplorativa di notizie di reato ulteriori diverse da quelle oggetto di indagini”.

I decreti di perquisizione impugnati, secondo i giudici, indicano "la finalità dell'atto” ma omettono “una motivazione esplicita sulla necessità delle gravi intrusioni nelle sfera personale ed intima dei perquisiti” e “nulla” dicono “sui criteri di estrazione del materiale probatoriamente rilevante dei dati intimi acquisiti”. In essi manca “l'indicazione dei criteri di estrapolazione dati investigativamente rilevanti, del tempo di esecuzione di tale estrapolazione, dell'ordine di restituzione della copia forense dei dati”. Per questo, secondo il Riesame, i decreti di perquisizioneviolano il diritto alla riservatezza, che comprimono nel modo più vasto e approfondito e senza adeguata motivazione, esorbitando dal criterio di proporzionalita. Devono essere pertanto annullati”.