Toscana, sciopero e presidi degli addetti alla raccolta rifiuti. Adesione al 90%

Garantiti i servizi minimi essenziali, previsti disagi per la mancata raccolta dei rifiuti. Tre i presidi in corso a Firenze, Pisa e Siena

Lo sciopero degli addetti "Sei Toscana" a Siena (Foto Dipietro)

Lo sciopero degli addetti "Sei Toscana" a Siena (Foto Dipietro)

Firenze, 8 novembre 2021 – Sciopero nazionale e tre presidi in Toscana nel settore dei servizi ambientali. La protesta è stata indetta da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Fiadel per il rinnovo del contratto nazionale del comparto dell'igiene ambientale, fermo da 27 mesi. Dopo varie assemblee nei luoghi di lavoro, è arrivata la decisione dello sciopero dell'intera giornata, nelle imprese pubbliche e private nelle quali vige il contratto Utilitalia e FiseAssoambiente. Coinvolti in Toscana circa 6mila addetti.

I presidi si sono svolti davanti alla sede Alia in via Baccio da Montelupo a Firenze, per l'area vasta Centro, uno, per l'area vasta Costa, in piazza Stazione a Pisa e il terzo, per l'area vasta Sud, davanti alla sede Sei Toscana – Sienambiente in via Simone Martini a Siena. Altissima, secondo fonti sindacali, l'adesione nella regione, al 90%, con punte del 100%. Garantito per legge il servizio di smaltimento in ospedali, mense, scuole, caserme, ospizi, carceri e di pulizia dei mercati, disagi sono previsti nelle prossime ore per i cittadini, a causa della mancata raccolta dei rifiuti.

“Questo non è uno sciopero contro i cittadini – spiega Giovanni Giannini, della Fit Cisl - è uno sciopero che serve ad accendere i riflettori su un settore che soffre della mancanza di investimenti e di una politica lungimirante rispetto al futuro della gestione dei rifiuti e dell'ambiente in senso più generale. La riduzione dei costi non può ricadere sempre e solo su lavoratori e utenti”.

“Non vogliamo e non possiamo davvero pensare - affermano Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel – che il contratto nazionale possa essere immaginato come strumento di precarizzazione e flessibilità senza regole, capace di concorrere solo con delle brutte pratiche che accadono sempre più spesso in alcune aree del Paese. Non possiamo permettere che si mettano in discussione le tutele per lavoratrici e lavoratori, il sistema di relazioni industriali e la rappresentanza sindacale, che non si condividano strumenti contrattuali per migliorare le condizioni e i carichi di lavoro, ma che si voglia la precarizzazione e lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori come unico modello per competere. La mobilitazione sarà lunga e dura certi che il rinnovo contrattuale, come sempre, sarà frutto delle idee e della determinazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”.

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