
Schmidt, ancora polemiche. Lezione agli Uffizi con l’ex Nar: "Programma dell’Università". Ma l’Ateneo si sfila subito
Prima ancora che lo spettacolo del regista Riccardo Massai andasse in scena a Boboli, l’”Apocalisse” era già scoppiata attorno a lui da alcuni giorni. Ma il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, con aplomb inglese per quanto tedesco, ieri mattina ha accolto come niente fosse i cento attori nudi che correvano nel parco di Palazzo Pitti, inseguendo la visione dal Libro di Giovanni. Come se niente fosse accaduto durante il suo viaggio in Cina: se non infuriasse la bufera sull’opportunità di candidarsi a sindaco di Firenze col centrodestra, ma soprattutto se non fossero squillate le trombe del giudizio universale per l’invito all’ex terrorista nero, Egidio Giuliani, che proprio ieri agli Uffizi doveva parlare di “Caravaggio: La legge e l’onore”. Conferenza stoppata immediatamente quando è stato messo a fuoco che tipo di reati avesse commesso Giuliani, e quando, ossia non tanti anni fa.
Un ciclone, dal centro sinistra fino al ministro Sangiuliano. Sarà per questo che di fronte a mille domane, Schmidt l’ha buttata sul “profetico”: "L’Apocalisse è nella bocca di tutti in questi ultimi anni, l’attualità dell’argomento è fuori discussione - ha detto -. Tuttavia quello che noi oggi spesso associamo con l’Apocalisse è la pre-Apocalisse, i primi segni. L’Apocalisse è invece una rivelazione finale molto complessa e bella".
Bene, ma molto più terra terra, si candida o no alle prossime elezioni amministrative? Sfuggente e sibillino risponde: “Io mi dedico 24 ore al giorno agli Uffizi. Le amministrative saranno nel corso dell’estate 2024, quindi è troppo presto per pensare alle elezioni, per chiunque, e per me di sicuro. Sono impegnato pienamente con gli Uffizi nei prossimi mesi, non ho tempo di pensare ad altro".
Ma è vero che deve incontrare il coordinatore di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli? "Chissà, girando per Firenze si incontrano tante persone". Più complicata la vicenda dell’ex terrorista dei Nar. Come sia andata davvero non si sa, forse non ha fatto semplicemente mente locale su chi fosse Egidio Nencioni. Non si scusa e non ammette di aver sbagliato, ma afferma: "La decisione di fermare la conferenza era giusta. Quell’incontro faceva parte di un programma di Università e ministero della Giustizia. Quando abbiamo visto la presenza di Giuliani abbiamo fermato e sono convinto di aver preso la giusta decisione".
L’università però non è d’accordo e precisa che "l’iniziativa non è in alcun modo riconducibile alle attività del Polo universitario penitenziario, che persegue solo lo scopo di garantire a soggetti in esecuzione penale l’effettivo diritto allo studio sancito dalla Costituzione". L’Ateneo ribadisce quindi che "non ha avuto alcun ruolo nell’organizzazione della conferenza, iniziativa dei soli Uffizi". Ma Schmidt adesso, accomunando terroristi rossi, neri, o mafiosi,sostiene che "il nostro dovere morale è ricordare gente come Aldo Moro, Dario Capolicchio e la piccola Caterina Nencioni. Sarebbe meglio non ricordare delle persone che hanno commesso queste atrocità. Ci dobbiamo ricordare delle vittime". Parla già da candidato sindaco?