Scabbia, boom di casi. In crescita del 30%: "Ma al Meyer arriva una nuova terapia"

A curarla è l’équipe guidata dal dermatologo Filippeschi "Oltre alle recrudescenze abbiamo circa cento diagnosi ogni anno. Utilizziamo una crema emolliente e usiamo il ’vecchio’ zolfo". .

Scabbia, boom di casi. In crescita del 30%: "Ma al Meyer arriva una nuova terapia"

Scabbia, boom di casi. In crescita del 30%: "Ma al Meyer arriva una nuova terapia"

di Manuela Plastina

Sono in aumento i casi di scabbia, anche per colpa di una maggiore resistenza dell’acaro che provoca un prurito insopportabile. Tanti i bimbi che ne sono colpiti, ma una nuova eppur antica terapia lanciata dall’Aou Meyer sta funzionando pressoché nella totalità dei casi fin qui trattati, senza effetti collaterali significativi.

A metterla a punto è l’equipe di specialisti guidati dal dermatologo Cesare Filippeschi.

Dottore, cosa è la scabbia?

"Una malattia pruriginosa molto contagiosa per contatto diretto. È causata dall’acaro Sarcoptes scabiei hominis che compie il suo intero ciclo vitale nell’epidermide umana e sopravvive per pochi giorni al di fuori di essa. Colpisce chiunque, senza differenze di etnie o classi sociali. Si diffonde in particolare nelle famiglie e nelle comunità, dove c’è un contatto fisico stretto come gli asili dell’infanzia. Colpisce anche molti adolescenti. Ed è in aumento".

Di che numeri si parla?

"Solo al Meyer, quindi in età pediatrica, si registrano circa 2-3 nuovi casi a settimana, per un totale di più di 100 nuove diagnosi all’anno, oltre alle recrudescenze. Si parla di un 30% in più rispetto a circa 2 anni fa".

Da cosa è determinato questo aumento?

"Dalla ripresa dei viaggi internazionali, dalle gite scolastiche, da contatti stretti che non c’erano per esempio nel Covid. L’acaro, a differenza del pidocchio, non salta, ma passa di persona in persona e di abito in abito per contatto stretto, dormendo nello stesso letto, stando ravvicinati. L’aumento dei casi è determinato anche da una resistenza maturata dall’acaro responsabile della malattia".

Non si debella più quindi con le tradizionali terapie?

"No. Abbiamo famiglie che non riesco a eliminarlo nonostante 3-4 trattamenti consecutivi e la bonifica dell’ambiente in cui vivono".

Bisogna dunque cambiare terapie?

"Tradizionalmente si utilizza la permetrina o l’ivermectina per via orale, ma spesso non basta più. Dal confronto coi colleghi del Bambino Gesù, abbiamo deciso di recuperare il ‘vecchio’ utilizzo dello zolfo al 17% di concentrazione abbinato a una crema emolliente e non irritante. Anche la somministrazione cambia: la crema si applica la sera per tre giorni senza lavaggi, per creare una ‘barriera’".

É necessario fare altro?

"Si ripete poi il trattamento su tutta la famiglia la settimana successiva. Al Meyer è diventata la terapia d’elezione per la scabbia ed è anche meno costosa della terapia finora tradizionale. Questa scoperta sta suscitando interesse da parte di altri centri nazionali e internazionali".

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