
La mostra a Casa Buonarroti (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)
Firenze, 7 luglio 2015 - San Lorenzo e la sua facciata. Una questione che resta al centro del dibattito e fa discutere nell'ambito di una ricerca che parte da Michelangelo e arriva ai nostri giorni. Come sarebbe stata la basilica una volta completata? Al museo Casa Buonarroti, in via Ghibellina 70, si è inaugurata la mostra «La forza del mito. I progetti per la facciata della Basilica di San Lorenzo a Firenze, da Michelangelo al Concorso del 1900», quattro sale dove sono esposti i bozzetti di Michelangelo e non solo.
"L'evento ha un particolare significato per Casa Buonarroti, dove si conserva il grande modello ligneo di Michelangelo – ha spiegato il curatore Eugenio Giani -. La facciata di San Lorenzo è stata ed è un problema sul quale occorre indagare e discutere". La storia La basilica di San Lorenzo è tra le chiese simbolo di Firenze non solo perché per trecento anni ha avuto il ruolo di cattedrale prima di cedere lo status a Santa Reparata, quando vennero solennemente traslate le spoglie del primo vescovo di Firenze, San Zanobi, ma anche perché è stato il luogo di sepoltura dei componenti della famiglia Medici, tradizione proseguita, salvo alcune eccezioni, fino ai Granduchi e all'estinzione della casata. Nel dicembre del 1515, a distanza di quasi un quarto di secolo dalla fine della costruzione della basilica di San Lorenzo, papa Leone X de’ Medici decise di bandire un concorso per realizzare la facciata mancante. La mostra ha inizio dalla descrizione di quell’evento, al quale, narra Vasari, parteciparono i più eminenti artisti del tempo, compresi Raffaello e Michelangelo, che poi ottenne l'incarico. Dopo una serie di studi culminati nella realizzazione del modello ligneo oggi conservato in Casa Buonarroti il cantiere della facciata fu avviato, ma poco dopo venne sospeso per volontà dello stesso Pontefice. Forse per la complessità del progetto, forse per il timore di confrontarsi col sommo Artista, per quasi due secoli il problema non venne più affrontato.
Fu l’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa, ultima rappresentante della Casa Medicea, a riaprirlo, facendo eseguire nella prima metà del ‘700 alcuni progetti; altri ne seguirono nell’800, come quelli accuratissimi di Pasquale Poccianti (1837), ma tutti rimasero sulla carta. Grazie al lascito di un privato cittadino, Francesco Mattei, il tema fu ripreso nell’aprile del 1900, quando fu bandito un concorso cui parteciparono ben cinquantatré architetti. Considerando la complessità del tema e constatando che i settantaquattro progetti presentati avevano bisogno di modifiche e perfezionamenti, si decise di bandire una seconda tornata e solo nel 1905 la Commissione giudicatrice, presieduta da Heynrich von Geymüller, scelse come vincitore il progetto dell'architetto Cesare Bazzani. Le polemiche che seguirono furono tuttavia così accese che l'Amministrazione comunale decise ben presto di abbandonare definitivamente l’impresa e di dividere il lascito Mattei fra otto chiese fiorentine. Il catalogo della mostra, edito da SilvanaEditoriale, è curato da Veronica Ferretti e Massimiliano Savorra.
Elena Marmugi