
Rogo nell’ex fabbrica L’incendio è ripartito Scatta l’allarme Arpat "Non restate all’aperto"
di Sandra Nistri
Due incendi nell’arco di appena tre giorni. Solo venerdì scorso era andato a fuoco un enorme quantitativo di rifiuti in un ex edificio industriale dismesso nell’area di via del Termine-via Fanfani, zona Castello e, ieri pomeriggio, le fiamme hanno interessato di nuovo lo stesso magazzino diventato un pericoloso ricettacolo dei più diversi materiali. Una cadenza ravvicinata, troppo, che porta a interrogarsi sull’origine del rogo che, a questo punto, non pare possa essere casuale, ma i rilievi fatti potranno dare precisi riscontri. Anche ieri pomeriggio i vigili del fuoco sono dovuti intervenire con un grande spiegamento di mezzi e forze per avere ragione dell’incendio, particolarmente violento: una grossa colonna di fumo è rimasta infatti visibile a lungo sia da viale XI Agosto che dal lato di Sesto Fiorentino. Le condizioni dell’immobile, come gli altri presenti in zona, più volte al centro di occupazioni, preoccupano soprattutto per le notevoli quantità di amianto all’interno tanto che Arpat, a differenza di quanto accaduto lo scorso venerdì, nel tardo pomeriggio di ieri è intervenuta con una nota ufficiale sull’episodio. L’Agenzia regionale per l’ambiente intanto ha fatto sapere che l’incendio, iniziato poco dopo le 11,30, nel tardo pomeriggio di ieri sembrava destinato a proseguire ancora per ore stando alle informazioni dei vigili del Fuoco e all’osservazione sul posto da parte degli stessi tecnici Arpat. A rinfocolare le fiamme il vento spirato con regime di brezza e direzione stabile da ovest sud-ovest che non è mutata per molte ore.
La zona più interessata dalle ricadute - secondo le indicazioni di Arpat - è quella "compresa nel poligono limitato dalle vie Carlo Lorenzini, Pietro Fanfani, Enrico Bemporad, nel quale vi sono alcune abitazioni e diverse attività produttive che sono collocate a meno di 300 metri dall’origine dei fumi".
Una situazione preoccupante con la necessità stringente di "limitare l’inalazione dei fumi prodotti da questa miscela eterogenea di rifiuti". In accordo con la Asl, dunque, Arpat raccomanda "ai residenti di questa zona, e comunque presente nelle aree interessate dai fumi dell’incendio, di non soggiornare all’aperto, tenere le finestre degli edifici chiusi, limitare per quanto possibile la permanenza all’esterno delle abitazioni". Precauzioni che, pur senza un invito ufficiale, molte famiglie di via Fanfani e zona limitrofa avevano già seguito. "La Protezione civile comunale - spiega poi Palazzo Vecchio in una nota - sta provvedendo a inviare un alert telefonico ai residenti".
L’esasperazione però è ormai alle stelle: l’episodio di ieri conferma ancora una volta che l’ex mobilificio Becagli e gli edifici industriali abbandonati nella zona di viale XI Agosto-via Fanfani rappresentano sempre di più una bomba igienico-sanitaria anche per i disperati che trovano alloggio in queste strutture degradate. Il primo passo da fare, subito, per cercare di evitare ulteriori incendi che potrebbero avere conseguenze anche su persone sembra quello della rimozione dei quintali di rifiuti abbandonati all’interno ed esterno degli edifici. Una situazione di degrado che diversi residenti di via Fanfani hanno più volte segnalat. C’è poi il problema sociale dato da chi trova riparo negli edifici abbandonati dell’area che dovrà, alla fine, essere preso in carico.