Risarcimenti per gli alluvionati, un mese per mappare tutte le necessità. Lo ha detto il capo del Dipartimento di protezione civile, Fabrizio Curcio, intervenuto al Palaffari per l’inaugurazione del Forum mondiale sulle frane. "Noi abbiamo dichiarato lo stato di emergenza ponendo la cifra che serve per accedere a questo atto formale. Ora il commissario delegato, il presidente della Regione Giani, deve fare una ricognizione sulle attività di assistenza alla popolazione, del ripristino dei servizi essenziali, sulle famiglie e imprese colpite. All’esito della ricognizione che porterà via circa un mese, si vedranno le risorse necessarie, le presenteremo al Governo che farà valutazioni opportune".
Un’emergenza in Toscana, che è stata un vero stress test per tutto il sistema. Cosa non ha funzionato?
"Non è un dibattito che mi appassiona. Se pensiamo che c’è qualcosa da migliorare, sicuramente c’è. Ma vorrei chiarire alcuni punti. L’emergenza non nasce solo il 2 notte. Nella settimana successiva sono arrivate ben sei allerte con precipitazioni intense sempre su quel territorio. Non facciamoci condizionare dal fatto sia stato un evento singolo. In ogni emergenza del genere, l’acqua in mezzo alle strade non si può rimuovere fino a quando i fiumi non sono rientrati".
La popolazione lamenta un deficit di assistenza...
"Con un milione di metri cubi di acqua scaricati a terra, e un’area così vasta, immaginare un’assistenza uno a uno è francamente impensabile. Io dico: sediamoci dopo, a evento finito, e ragioniamo su cosa si può migliorare".
Questa emergenza però ha messo in evidenza i limiti di un sistema di allerta che ha i suoi anni...
"Il nostro sistema di allerta nazionale è invidiato da tutto il mondo. E’ vero ha i suoi anni, è migliorabile, soprattutto serve un approfondimento rispetto agli eventi estremi ai quali stiamo assistendo. Ma è ingeneroso mettere sotto osservazione il sistema di allertamento senza comprendere che siamo in un paradigma che sta cambiando. Sono cauto quando le polemiche nascono durante le emergenze. Il nostro schema prevede che quando c’è un problema si affronta, se si può migliorare si migliora. Ma fuori dal coinvolgimento emotivo dell’emergenza".
Quando chiuderete l’emergenza?
"Lo decideremo con la Regione non molleremo fino a quando non saranno finite tutte le azioni sui materiali, i rifiuti e il fango". Volontariato spontaneo. Quanto è una risorsa e quanto può creare difficoltà?
"Questo è un tema importante che nasce proprio qui a Firenze con gli angeli del fango. La protezione civile si basa su un volontariato strutturato che è conosciuto e apprezzato perché si mette a disposizione con attrezzature e addestramento. Il nostro compito è affiancare a questo volontariato, lo spontaneo che è un valore positivo e va utilizzato. Questo impiego va strutturato, con delle regole, perché chi interviene anche per un’ora deve sapere per esempio che non si può ‘murare’ la fognatura buttando il fango nei tombini. Troveremo una via".
Fabrizio Morviducci
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