Rincari, Firenze nella top 10 d’Italia. Duemila euro in più per le famiglie

Prezzi alle stelle: l’Unione consumatori prevede una stangata sulle spese annue. Toscana settima fra le regioni

L’aumento dei prezzi fa purtroppo già parte della percezione comune di tanti cittadini

L’aumento dei prezzi fa purtroppo già parte della percezione comune di tanti cittadini

Firenze, 11 agosto 2022 - I rincari continuano a caratterizzare l’estate 2022, soprattutto a Firenze. Un dato che fa purtroppo già parte della percezione comune di tanti cittadini, ma che ora è confermato anche da vari studi. Secondo i dati Istat sull’inflazione nel mese di luglio, usati dall’Unione Nazionale Consumatori per stilare la classifica delle città e delle regioni più costose d’Italia in termini di aumento del costo della vita, Firenze si colloca al nono posto. In base alla ricerca, che coinvolge 32 fra capoluoghi e città con più di 150mila abitanti, a Firenze si è registrato un +8,6% d’inflazione e un incremento di spesa di 2.006 euro.

Al primo posto in Italia si trova Bolzano con un’inflazione annua pari al +10% e con una maggior spesa aggiuntiva annua equivalente, in media, a 2.658 euro. Al secondo posto Trento, dove il rialzo dei prezzi del 9,5% determina un incremento di spesa pari a 2486 euro per una famiglia media. Terza Milano, dove il +8,1% genera una spesa supplementare pari a 2199 euro annui per una famiglia tipo. A seguire: Bologna (+8,6%, +2145 euro), Brescia (+8,1%, 2136 euro), Ravenna (+8,8%, +2127 euro), Verona (+9,1%, 2118 euro), Padova (+8,7%, +2025 euro), la già citata Firenze (+8,6%, +2006 euro) e, a chiudere la top ten, Perugia (+8,6%, pari a 1976 euro). La città più virtuosa è invece Campobasso, con un’inflazione del 6,9% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a ’solo’ 1263 euro.

"Entrando nel dettaglio dei singoli prodotti e servizi – spiega Mauro Antonelli, responsabile del centro studi dell’Unione Nazionale Consumatori – a Firenze i rincari hanno colpito in modo pesante i prodotti alimentari e le bevande analcoliche: un dato molto negativo perché si tratta di spese obbligate e non rinviabili per le famiglie. Aumenti importanti anche per i costi dei trasporti, che a loro volta sono un servizio essenziale".

"Un altro aumento significativo – prosegue Antonelli – riguarda il settore ricettivo e la ristorazione, anche se il dato è meno preoccupante, trattandosi di servizi ai quali è possibile rinunciare. Lo stesso ragionamento vale per i servizi di alloggio, ovvero hotel, agriturismi e pensioni, nei quali si registra addirittura il maggior rincaro a livello nazionale. Va detto però che, in questo caso, l’ascesa dei prezzi può essere anche il segnale di una più rapida e netta ripartenza dopo la pausa e la crisi causate dalla pandemia".

Passando alla classifica delle Regioni, la Toscana si colloca al settimo posto, con un’inflazione annua pari all’8% e una maggior spesa aggiuntiva annua per le famiglie equivalente, in media, a 1.773 euro. In testa alla classifica nazionale troviamo il Trentino Alto Adige, con il 9,7% d’inflazione e un rincaro annuo di 2.521 euro. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 7,7% implica un’impennata del costo della vita pari a 2001 euro, terzo il Veneto, con un +8,5% e un rincaro annuo di 1946 euro. La regione più risparmiosa infine è il Molise, con un +6,9%, pari a 1263 euro.

Ma anche l’instabilità politica, oltre all’inflazione, genera un nuovo calo delle intenzioni d ’acquisto (-5,9%) degli italiani dopo l’avanzata di fine giugno (+11,8%). Lo rileva l’Osservatorio Findomestic di agosto, segnalando oltre ai timori per l’aumento dei prezzi (48%) e una possibile recessione economica (41%), la preoccupazione per l’instabilità politica (25%), e una crescente ansia per il cambiamento climatico (35%). Quasi 6 intervistati su 10 si sono imbattuti nel fenomeno della ‘shrinkflaction’, ossia la riduzione di peso e quantità dei prodotti per mantenere stabile il prezzo: oltre la metà di loro ha deciso di non acquistare più i prodotti delle marche che adottano questa politica. Tra i vari comparti merceologici, intenzioni d’acquisto in calo per le case (-31,5% gli immobili a causa del recente aumento dei tassi da parte della Bce, -6,8% le ristrutturazioni).

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