
Rider travolto in strada. L’autista del suv condannato a 10 mesi per omicidio stradale
di Pietro Mecarozzi
È stato condannato in abbreviato, il 28 dicembre scorso, a dieci mesi e dieci giorni di reclusione, con pena sospesa condizionata allo svolgimento di lavori socialmente utili per un periodo di sei mesi, il ventottenne alla guida del suv che la sera del primo ottobre 2022 investì e uccise il rider di 26 anni Sebastian Galassi, all’incrocio tra via De Nicola e via Gobetti. È stata disposta nei suoi confronti anche la pena accessoria della sospensione della patente per tre anni, mentre la procura aveva chiesto una pena di 1 anno e 10 mesi. L’autista, difeso dagli avvocati Roberto Sanetti e Mario Caramitti, era finito sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio stradale: dalle indagini era infatti emerso che guidava bel oltre i limite di velocità ed era passato con il giallo.
Pena mite rispetto alle richieste, in quanto il gup del tribunale di Firenze, Piergiorgio Ponticelli, ha riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche e l’avvenuto risarcimento economico ai familiari del giovane.
Si dovranno attendere invece 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza e per un eventuale appello, che potrebbe comunque non esserci in quanto il giudice "sembra aver stabilito l’effettivo concorso di colpa della vittima", spiega l’avvocato Caramitti,.
Nella superconsulenza, ordinata dal pubblico ministero Fedele Laterza all’ingegner Dario Vangi in sede di indagini, veniva infatti indicato proprio la doppia infrazione al codice della strada del giovane a bordo del Suv come causa principale dell’incidente, ma anche il fatto che Sebastian, al momento di attraversare la strada per ritirare l’ultima consegna del turno, non avrebbe dato la precedenza.
Il giovane rider, che sognava di diventare graphic designer e amava giocare a calcetto con gli amici di sempre, lottò per una notte a Careggi. La notte successiva, la notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire. Faceva il rider per alleggerire il padre Riccardo dalle spese per i propri studi, e anche quella notte era in sella all’Honda Sh a distribuire le cene. L’impatto, al centro di via De Nicola, proprio in mezzo all’incrocio, fu fortissimo. L’auto andava a una velocità di 71 chilometri orari, dunque superiore a quella di 50 chilometri all’ora consentita, e Sebastian venne sbalzato di diversi metri per poi crollare sull’asfalto e finire sotto le ruote di un’altra auto.
Un caso che sconvolse la città e accese i riflettori i riflettori sulle condizioni di lavoro di questa categoria. Ma la stessa storia di Sebastian, ebbe un risvolto paradossale: la società di delivery lo "licenziò" perché la sua ultima consegna non risultò essere stata portata a termine.