
Polizia
Firenze, 19 agosto 2023 – Tra i frutti dei controlli interforze eseguiti in provincia di Firenze e disposti dal questore Maurizio Auriemma spicca la cattura di un ricercato 39enne di origine albanesi: erano ricercato in tutta Europa da dieci anni e deve scontare 8 anni di carcere per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
In questi anni è riuscito a muoversi indisturbato in Europa grazie a documenti veri sui quali erano riportate identità false. Le sentenze a suo carico, passate in giudicato, sono state recentemente unificate in un provvedimento di cattura, comprensivo della somma di tutte le pene, emesso dalla Sezione Penale del Tribunale di Firenze.
Ovviamente sulle sue tracce c’era, più determinata che mai, anche la polizia fiorentina, questa volta alle prese con un caso non propriamente facile: il fatto che si sarebbe mosso in maniera quasi invisibile, con una nuova identità, documenti validi e senza mai attirare troppo l’attenzione durante i controlli, non ha certo reso agevole il lavoro degli investigatori. La svolta alle indagini tuttavia è arrivata la scorsa settimana quando l’attenzione della squadra di polizia giudiziaria del commissariato San Giovanni, impegnata in una serie di altri controlli insieme a quella antidegrado della polizia municipale, è stata attirata da un’auto sospetta che gravitava nella zona di Rifredi.
L’aspetto dell’automobilista avrebbe ricordato in parte quello del noto ricercato. Fermato, per quello che apparentemente poteva sembrare un normale controllo, in prima battuta tutto è risultato in regola: i documenti personali albanesi e quelli del mezzo sembravano ineccepibili e, per lo più, l’uomo alla guida non risultava aver mai avuto problemi con la legge. Poi però ha cominciato a innervosirsi e, forse per giustificare le sue sempre più evidenti preoccupazioni, ha tirato fuori dalla tasca circa 5 grammi di cocaina, consegnandoli lui stesso prima che potessero scoprirlo con la droga addosso. Gli agenti non hanno tuttavia messo subito un punto: sono andati a fondo nella vicenda con una serie di verifiche tecniche partendo dall’unico elemento che nei documenti non poteva in alcun modo differire dalla realtà: la fotografia sul titolo di riconoscimento albanese.
L’intuizione dei poliziotti ha cominciato a farsi sempre più concreta dopo i primi dubbi, considerando anche che sarebbero passati diversi anni da quando erano stati scattati i suoi ultimi ritratti presenti negli archivi nazionali e internazionali di polizia. Il fermo per identificazione ha chiarito definitivamente la vicenda: le impronte digitali hanno confermato che si trattava proprio della persona ricercata da oltre 10 anni, che ha quindi concluso la giornata al carcere di Sollicciano, dove al momento dovrà rimanere per più di 8 anni.
“Anche questi risultati - ha ribadito il questore Maurizio Auriemma - sono il frutto di un sempre maggiore affiatamento tra tutte le forze di polizia, da mesi impegnate gomito a gomito nel capoluogo toscano a garantire sempre, come un’unica grande famiglia, la sicurezza dei propri cittadini e il rispetto della legalità”.