Montemurlo, arbitro straniero insultato alla partita di basket: "Tornatene a casa tua"

Tra sport e razzismo: Labed Mourad minacciato e offeso assieme al collega Tommaso Giachi, entrambi fiorentini

Una manifestazione contro il razzismo
Una manifestazione contro il razzismo

Firenze, 9 marzo 2023 – “Rosso, se continui cosi stasera non esci", "figlio di pu***na", "Ne**o", "Torna a casa tua"; quando il razzismo invade lo sport, l’amaro in bocca è forte.

E’ quanto accaduto a due arbitri fiorentini durante una partita di basket domenica scorsa, nella palestra della scuola "Anna Frank" di Montemurlo.

I due giovani sono stati presi di mira a colpi di insulti e minacce dalla tifoseria locale. Siamo in casa della formazione di pallacanestro, che gioca nel campionato di Serie D e che per la 22esima giornata del torneo affronta la Libertas Lucca. La partita se la portano a casa i cestisti lucchesi, ma per la tifoseria di casa, pesanti responsabilità sul risultato le hanno avute gli arbitri Tommaso Giachi di 18 anni e Labed Mourad, entrambi fiorentini. Stando a quanto riportato nel provvedimento del giudice sportivo, le proteste si sono davvero spinte oltre, fino a diventare, si legge "manifestazioni verbali ispirate ad odio o discriminazione razziale".

Questo è costato alla società di Montemurlo una squalifica del campo per una giornata, poi trasformata in una multa che si somma agli altri 180 euro che sarà chiamata a versare nelle casse della Federazione, tra cui 80 "per offese e minacce collettive frequenti del pubblico agli arbitri" e altri 100 perché "il dirigente addetto agli arbitri e agli Ufficiali di campo ha assolto ai propri compiti solo parzialmente".

"Alcuni degli insulti sono stati pesanti - spiega Tommaso Giachi, uno dei due arbitri coinvolti - al mio collega sono state rivolte offese razziste che non voglio nemmeno ripronunciare. Fortunatamente queste situazioni non succedono spesso, sono solo alcuni casi isolati. Personalmente mi è capitato pochissime volte. Capisco che a volte i tifosi si fanno prendere dalla foga della partita e si lasciano scappare qualcosa di poco educato - continua il 18 enne - Ma se vuoi fare l’arbitro certe cose te le devi far scivolare. Menomale che le le minacce sono rimaste tali, spesso queste situazioni vengono seppellite dal fischio finale"

Gli arbitri in questi casi però, hanno un’arma di difesa importante: raccogliere e mettere per scritto le offese ricevute per poi fare una segnalazione ufficiale.

"Alla fine della gara è comunque possibile prendere dei provvedimenti. E’ fondamentale trascrivere, nero su bianco, tutti gli insulti ricevuti e segnalarli a chi di dovere. Quando sento le parolacce, durante quei momenti, svuoto la mente e penso solo a ricordarmi tutte le offese ricevute per riportarle per filo e per segno, pronto per la segnalazione" conclude scherzando Tommaso.

La società lucchese non ha tardato nell’esprimere vicinanza ai due ragazzi. "Qualcuno dagli spalti sembra che abbia rivolto offese razziste nei confronti degli arbitri, con conseguente squalifica del campo, trasformata in una pesante sanzione amministrativa. Chiaramente ci dissociamo da questo comportamento - spiegano i dirigenti - Il nostro tifo è sempre stato caldo, a volte anche oltre i limiti, ma assolutamente non razzista. Vorremmo che la passione con cui i nostri tifosi seguono la squadra fosse indirizzata per spingere i nostri atleti a dare il meglio in campo. Comportamenti esagitati ed offese fanno l’esatto opposto, danneggiando la società economicamente e agli occhi della Federazione. Sicuri della sincerità che anima la passione di ogni spettatore, stiamo vicini alla nostra squadra, tifiamo Lions, tifiamo lo sport".