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Ragazzine molestate al maneggio Lo stalliere finisce sotto accusa

Sette allieve tra i 9 e i 16 anni prendevano lezioni in un Centro equestre della provincia di Firenze. La procura chiede il rinvio a giudizio del sessantenne: "No alla perizia psichiatrica"

Ragazzine molestate al maneggio Lo stalliere finisce sotto accusa

Stalliere addetto a varie mansioni in un maneggio della provincia di Firenze, quasi 61 anni, rischia il rinvio a giudizio da parte del giudice Sara Farini per più casi di violenza sessuale ad allieve minorenni, dai nove-dieci ai quindici-sedici anni d’età: sette, secondo accertamenti e ricostruzione dei fatti da parte del sostituto procuratore Beatrice Giunti. Di queste sette, quattro sono della provincia di Firenze, due di Prato, una di Empoli.

Ieri in udienza preliminare l’avvocato Neri Cappugi, difensoredi F.C. ha chiesto per l’imputato la effettuazione di una perizia che potesse rivelarne la incapacità d’intendere e volere quanto meno all’epoca dei fatti. Protrattisi secondo le accuse per 7 anni, tra il 2014 e il 2021. Il giudice ha respinto tale richiesta che potrebbe tuttavia essere reiterata. Ci sarà da dibattere sembra anche sulla possibilità che il processo venga celebrato con il rito abbreviato.

La procura parla di atti sessuali: "abusando l’imputato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica" delle ragazzine, che frequentavano corsi di equitazione e allenamenti. Un imputato "al quale – sottolinea una volta di più l’accusa a rimarcare la gravità estrema del caso – erano affidate le minori per ragioni di cura, educazione ed istruzione".

Abbracci e palpeggiamenti anche nelle parti intime e richieste reiterate di baci: i corsi di equitazione e gli allenamenti al maneggio sarebbero stati contrassegnati, per alcuni anni, da una serie non indifferente di episodi, stando alla ricostruzione degli investigatori.

Le ragazzine, turbate (alcune sarebbero state così pesantemente molestate anche due volte), hanno cominciato a parlare ai genitori. A confidarsi. Assistite, hanno potuto raccontare l’incubo anche di elaborare la tremenda esperienza.

Perdipiù e peggio, nel corso delle indagini, gli investigatori hanno riscontrato a carico del soggetto indagato la detenzione – di "materiale pedopornografico realizzato utilizzando minorenni, raffigurati nel compimento di atti sessuali, o comunque nudi oppure in pose sessualmente esplicite".

In particolare, due video e sette istantanee memorizzate sul cellulare in uso all’indagato sequestrato durante la perquisizione a suo carico disposta dal magistrato inquirente in data 17 febbraio 2022, un anno fa esatto. Le indagini affidate ai carabinieri prima della Stazione di Badia a Settimo, poi a quella di Lastra a Signa hanno raccolto annotazioni poi sottoposte al magistrato.

Il processo si baserà molto, se non tutto, su un passaggio tanto delicato quanto di basilare importanza, specie in queste indagini: l’incidente probatorio, una raccolta di prove pre-processuali, in maniera che siano ’cristallizzate’ per tempo, senza correre il rischio che i pur brutti ricordi delle vittime possano andare rarefacendosi.

Oltre alle parti offese, le minori e i genitori che esercitano la responsabilità genitoriale, c’è la immeritata ricaduta patita dal Centro (e dagli altri suoi soci, animatori e frequentatori) dove sarebbero avvenuti i fatti oggetto del procedimento. Episodi protrattisi nel tempo sui quali la procura ritiene di aver fatto piena luce, alzando quel velo plumbeo che è reso ancora più spesso dall’imbarazzo, dal senso di vergogna, da turbamento provati dalle giovani vittime.

g.sp.