REDAZIONE FIRENZE

"Ragazzi insensibili, non si rendono neanche conto di cosa fanno"

Alessandra Belardini, dirigente della Polposta Toscana, analizza il fenomeno del cyberbullismo. "Non sanno cosa si rischia"

Alessandra Belardini, dirigente del Compartimento di Polizia postale e delle Comunicazioni per la Toscana risponde subito che no, non è il caso di parlare ulteriormente dei messaggi offensivi, discriminatori, razzisti e violenti scritti e inviati da cinque ragazzi di 14-15 anni a un compagno di classe più sfortunato di loro. Molto più sfortunato.

Dottoressa Belardini, un episodio sconcertante...

"Pur con molte titubanze abbiamo poi deciso di dare la notizia, sentito naturalmente il procuratore capo presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, dottor Antonio Sangermano. Capirà certo che c’è da tutelare la vittima, ma anche gli autori. Si è infine deciso di rendere noto quel che è possibile far conoscere in questa fase nonostante la estrema delicatezza del caso. E ovviamente il fatto che le indagini sono ancora in corso. L’abbiamo fatto sperando che questa notizia così tremenda possa servire, fare da deterrente".

Bullismo: anzi cyberbullismo.

"E’ una cosa gravissima. Il fenomeno in quanto tale. Però intendo qui riferirmi soprattutto al caso specifico. Riassumo. C’è una chat di classe in cui i ragazzi si scambiano pareri, compiti, impressioni, battute. Invece nel caso segnalato dalla madre del ragazzo-vittima a un’insegnante, che ha poi presentato la denuncia, si leggono anche i messaggi denigratori scritti. Innumerevoli messaggi. Su questa chat. I cellulari sono stati sequestrati, non possono e non voglio ripetere ripeto le frasi perché oltre al turbamento che provocano, dobbiamo come ho detto terminare l’indagine. Ma io mi chiedo e dico: scrivere queste frasi contro un ragazzo che a causa della propria disabilità – una forma grave disabilità – è peraltro costretto da tempo alla dad, a frequentare le lezioni in modalità remota..."

Grande superficialità?

"Dico per ora che questi ragazzi proprio non si rendono conto. Non ragionano su ciò che fanno, dicono o scrivono. Non pensano minimamente alle conseguenze devastanti di certe loro gesti, di certe loro azioni..."

Come li definirebbe?

"Insensibili. Però attenzione: di una insensibilità particolare. Voglio dire che dipende dalla rete che da un lato spersonalizza, dall’altro dilata e amplifica situazioni che già esistono....Una rete che spersonalizza tutto e tutti. Che, pensano molti, fa anche da grande schermatura. Si crede di non poter essere beccati. Manca pure questa consapevolezza".

Come procederete?

"In Italia la soglia della punibilità scatta ai 14 anni. Quindi i ragazzi individuati sono imputabili. Li sentiremo, come sentiremo i loro genitori. Bisogna ricostruire i fatti nella loro interezza. Cercheremo ogni riscontro possibile su cellulari e pc".

giovanni spano