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Ragazza violentata in discoteca a Firenze: le grida coperte dalla musica, nessuno l’ha aiutata

Il giovane accusato di stupro nei bagni di un locale nega tutto. Intanto emergono particolari sull’episodio: l’australiana è stata trovata in lacrime e soccorsa mentre l’uomo sarebbe tornato in pista

Un'ambulanza (foto di repertorio)

Firenze, 25 agosto 2023 – Non teme l’esame del dna il 26enne di origini nigeriane finito in carcere con l’accusa di aver violentato una studentessa australiana nei bagni di un noto locale in via de’ Benci, zona Santa Croce, nella notte del 18 giugno. A dirlo è il suo difensore, l’avvocato Francesco Stefani, che spiega inoltre come il suo cliente – durante l’interrogatorio di convalida – abbia negato di avere usato qualsiasi tipo di violenza.

Una versione che, tuttavia, stride con quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Firenze, Angela Fantechi, che definisce i fatti di "estrema gravità" in considerazione delle "modalità con cui è stata usata violenza e le modalità concrete della condotta con i connessi rischi per la salute della persona offesa".

Stando alla ricostruzione dei fatti, passati al vaglio dai carabinieri della stazione Uffizi, la vittima, una giovane australiana residente in città come ragazza alla pari, è entrata nella discoteca in compagnia di un amico, dal quale però si è presto separata a seguito di una discussione. La giovane poco dopo incontra il 26enne, con il quale si scambia uno sguardo e si bacia per circa un minuto. È la scintilla che, secondo il racconto di alcuni testimoni e l’incrocio delle immagini delle videocamere, avrebbe fatto scattare lo stupro.

Il giovane nigeriano spinge la ragazza australiana in una toilette, chiude a chiave la porta e, nonostante i ripetuti ’no’ gridati da lei, la violenta. Pochi minuti, nei quali, secondo quanto si legge negli atti, la ragazza avrebbe in tutti i modi cercato di allontanare l’uomo, senza però riuscire a divincolarsi. Nessuno sente i suoi gridi di aiuto, molto probabilmente "coperti dall’alto volume della musica nel locale".

A prestargli il primo soccorso, si legge ancora, sarebbe stata una ragazza di origini cinesi, che, dato l’allarme, si sarebbe allontanata subito dopo, senza quindi prestare aiuto.

La giovane viene però soccorsa da una turista inglese, che la trova in stato confusionale, scossa, in lacrime, che cerca di ricomporsi. Sta perdendo anche sangue. Al locale viene quindi chiamata un’ambulanza che trasporta la ragazza al policlinico per accertamenti. A Careggi gli esami confermano i segni inequivocabili di una violenza. Il rapporto inoltre non è stato protetto.

Con davanti gli occhi le immagini delle telecamere del locale, i carabinieri ricostruiscono l’identikit del presunto aggressore e il 23 luglio perquisiscono un sospetto. In casa gli trovano le scarpe, una maglietta verde e degli orecchini che indossava la notte del 18 giugno. La vittima, inoltre, lo ha riconosciuto in alcune fotografie che le sono state sottoposte.

Infine, il giudice Fantechi nell’ordinanza fa anche notare che dopo il rapporto con la ragazza, l’indagato è "nuovamente tornato nel locale notoriamente frequentato da ragazze straniere giovanissime che possono diventare delle facili prede".

Il 26enne – che non ha precedenti alle spalle – si trova agli arresti a Sollicciano, in attesa dell’esame del dna, slittato a data da destinarsi.

P.M.