
Quel tartufo non s’ha da vendere La primizia anticipata viene sequestrata
Quel (tipo) di tartufo è una primizia...anticipata. Per questo non s’ha da vendere. Esposto da un’azienda marchigiana specializzata in commercializzazione e trasformazione di tartufi freschi all’ultima Mostra Internazionale dell’Artigianato alla Fortezza da Basso, quel chilo circa di tartufi neri (genere Tuber Aestivum vitt.) – comunemente detti tartufo estivo, o scorzone – era però senza targhetta.
E’ stata la prima contestazione dei Carabinieri Forestali di Ceppeto, intervenuti in seguito a una segnalazione.
Allo stand c’era un dipendente dell’azienda: confermava che si trattava proprio del tubero in questione, proveniente dalle tartufaie della azienda. Forniva ai militari anche il documento di trasporto.
Secondo i Carabinieri tuttavia la messa in vendita di questo tartufo non è (ancora) consentita; la sua raccolta infatti è ammessa a partire dal 1° giugno sia nelle Marche che in Toscana, dove è appunto avvenuta la commercializzazione. E l’Arma ha contestato la raccoltacommercio di tartufi freschi fuori dal periodo di raccolta previsto dai calendari.
Per questo i tartufi posti in bella mostra per essere venduti (per un quantitativo pari a 1,456 chilogrammi) sono stati sottoposti a sequestro, ai fini della confisca. Sarà la Regione Toscana, come Autorità amministrativa competente, a stabilirne la destinazione: se distruggerli o cederli ad enti assistenziali.
E sia detto per inciso: stando così le cose, nessun dubbio, decisamente meglio la seconda ’opzione’.
Nei confronti del responsabile della messa in vendita dello scorzone fuorilegge è stata anche elevata una sanzione amministrativa, pari a 1000 euro, appunto per il commercio di tartufi freschi fuori dal periodo di raccolta, in violazione della legge regionale.
La Toscana infatti detta le ’Norme per la raccolta, coltivazione e commercio di tartufi freschi e conservati destinati al consumo e per la tutela e valorizzazione degli ecosistemi tartufigeni’. E bisogna rispettarle.
g.sp.