Quando i ricordi tornano a farsi vivi

Questo articolo esplora come i ricordi, sia positivi che negativi, influenzano la nostra vita e come possiamo imparare dagli errori del passato per costruire un futuro migliore. Ci insegna che la vita è ciò che ne facciamo e che dobbiamo essere capaci di perdonare e perdonarci per non essere offuscati dal rancore.

Quando le cose non vanno come vorremmo talvolta sentiamo il bisogno di entrare con decisione ma anche con preoccupazione nella parte più segreta del nostro animo. Esperienze che ci sono sembrate inizialmente eccitanti, talvolta chiassose, i piaceri della vita e la spensieratezza sono risultati poi ingannevoli. Quando con il passare del tempo sono arrivate le vicende negative inizialmente abbiamo pensato di meritare di meglio e che tutti hanno vita facile a parte noi, vittime della amarezza. In realtà nessuno ci aveva detto che la vita sarebbe stata giusta.

I brutti ricordi restano impressi e con il tempo possono condizionare i nostri comportamenti e il nostro modo di essere. Eppure ogni giorno viviamo tantissime situazioni che ci strappano un sorriso e ci fanno sentire in piena sintonia con il mondo. Così all’improvviso capiamo che la vita è ciò che ne facciamo e che i ricordi, in apparenza fastidiosi ma utili per capire gli errori e andare avanti, possono permettere di recuperare e ricomporre frammenti di esistenza. Volgere lo sguardo e il pensiero al passato è utile per cogliere gli insegnamenti che da esso ci possono arrivare.

Certo ripercorrere con la memoria fatti negativi, rimane sempre difficile. Il ricordo ha talvolta un carattere distruttivo, ma è il prezzo da pagare se si vuole riprendersi la vita anche se a pezzi. Il passato non si può modificare anche se nel bene e nel male ci ha resi quelli che siamo oggi, ma il presente e il futuro sì. Per questo bisogna essere capaci di perdonare e di perdonarsi in modo che il rancore non offuschi il tempo che deve arrivare e ci aspetta pieno di sorprese positive. Proprio questa è la grandezza dell’anima, quella di avere nonostante le avversità, la capacità di cercare e ancora di stupirsi. È vero che la scoperta di sè stessi e l’ammissione degli errori commessi richiede un lungo e costante apprendistato. Occorre sapersi interrogare e rispondere in maniera semplice e senza arroganza agli equivoci della propria esistenza, coltivare in maniera consapevole i propri limiti, conoscere le proprie debolezze e non dimenticare l’esperienza del pianto per non cadere nella indifferenza.

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