
Andrea Fabricatore con l’allora sindaco di Firenze Piero Bargellini
Firenze, 27 giugno 2023 – Lo vedi, in una biblioteca fiorentina. Un tranquillo signore con gli occhiali che sfoglia un libro, che si immerge nella lettura. Ma lo hai riconosciuto, immediatamente. È Andrea Fabbricatore.
E quando ci parli, senti quella voce allegra, scoppiettante. E quel sorriso, fra Joker e Roberto Benigni. All’inizio degli anni ’70, Andrea Fabbricatore fu uno dei campioni più celebri di "Rischiatutto", la trasmissione di Mike Bongiorno che incollava al televisore milioni di italiani il giovedì sera. Ma ne fu anche una figura inconfondibile, iconica.
"Signore e signori, allegria!!". C’era Mike Bongiorno, con la sua rassicurante allegria, e le sue gaffes che ci rassicuravano ancora di più. Con lui la valletta Sabina Ciuffini, studentessa in Filosofia, con le sue minigonne che apparivano, quasi per la prima volta, nella tv di Stato e nei sogni degli italiani.
C’era il gioco: un quiz con i tre concorrenti che si sfidavano. Le domande finali, tutti e tre chiusi in altrettante cabine, come astronauti nelle loro navicelle, soli nello spazio del cosmo. Se il concorrente sbagliava anche una sola delle risposte, perdeva tutto. "Allora, che busta sceglie? La uno, la due o la tre?".
Di "Rischiatutto", Andrea Fabbricatore fu campione dal 22 aprile 1971 al 14 ottobre dello stesso anno. Vinse una cifra record per l’epoca: 25 milioni di lire. Ma si impose anche per la sua simpatia, per una sorta di innocente sfrontatezza: parlava senza filtri, senza ipocrisie, con il sale di quello humour toscano che per molti, prima dell’irrompere sulla scena di Roberto Benigni, era un oggetto misterioso. Così, se incontri Andrea Fabbricatore in una biblioteca fiorentina, non te lo fai scappare. Lo inviti a prendere un caffè, e a raccontarti la sua storia.
Fabbricatore, quanti anni aveva quando partecipò a "Rischiatutto"?
"Ventisette! Lavoravo alla farmacia di piazza San Giovanni. Poi, nello stesso anno, andai alla farmacia della stazione di Santa Maria Novella, dove ho passato un bel po’ di anni. A volte venivano in farmacia a chiedere l’autografo...", ride, come se fosse una sciocchezza.
E adesso quanti anni ha, se posso?
"Fra poco sono ottanta! Sono Nato nel 1944".
Tornando a "Rischiatutto", come iniziò tutto quanto?
"Mike Bongiorno venne a fare una serata al dopolavoro della Nuova Pignone, a cento metri da casa mia. Andai, incuriosito. Alla fine della serata annunciò i provini per questa nuova trasmissione. Lasciai il mio indirizzo, e pochi giorni dopo mi chiamarono da Milano. Neanche un mese dopo partecipavo alla prima trasmissione".
La sua materia era la geografia. Che cosa la affascinava?
"Fin da bambino mi piaceva. Chiedevo al compagno di banco di chiudere l’atlante e farmi una domanda: mi appassionava la sistematicità, l’ordine che trasmettevano le mappe".
Poi ha studiato al liceo? Dove?
"Al liceo Dante. In quegli anni, studiava al Dante anche l’onorevole Valdo Spini. E ricordo le lezioni preziose e appassionate di una professoressa, Adriana Tramontano".
Lei aveva ventiquattro anni nel ’68. Però non ha simpatizzato con il movimento studentesco.
"No. Potevano essere anche ideali giusti, ma hanno portato agli anni di piombo".
Torniamo a "Rischiatutto". Sapere di essere visto da milioni di italiani la impressionava?
"Assolutamente no! Non ci pensavo proprio: parlavo a ruota libera, e non c’era niente che mi intimidisse. Per me, le persone sono tutte uguali: non mi sentivo né superiore, né inferiore a nessuno".
Furono cinque mesi di celebrità enorme. Che cosa le ha portato tutto questo?
"Beh, mi ha portato un capitale che mi ha consentito di comprarmi una casa, per me e mia moglie. La casa dove sto da trentacinque anni, nel quartiere di Gavinana. Avevo pensato anche a fare una farmacia mia, ma costava troppo…".
In quegli anni fece anche una "carriera" cinematografica. Interpretò un film del filone boccaccesco…
"Sì! Interpretai Calandrino in un film che si chiamava ‘Boccaccio’, diretto da Bruno Corbucci. Fu divertente, ma niente di più. Non ho fatto Caroselli, non ho fatto pubblicità. Non ho sfruttato il momento".
Ma alla fine che cosa ha rappresentato la celebrità raggiunta con "Rischiatutto"?
"Un episodio che non mi ha cambiato la vita, ma certo mi ha dato qualcosa in più, più fiducia in me stesso. Ma la mia vita vera è stata quella di farmacista, di marito e di padre".
E adesso come vive?
"Sono un tranquillo pensionato, che fa volontariato alla parrocchia".
Lo salutiamo, e se ne va, con passo spedito, lungo il vialetto di foglie del parco vicino alla biblioteca.