FRANCESCO
Cronaca

Quadri e poesia nel ricordo di Bartolini

In memoria di Anna Maria Bartolini, l'associazione Archivio per la memoria e la scrittura delle donne celebra il decennio della sua scomparsa con una mostra di quadri, disegni e poesie. Dodici ricordi affettuosi testimoniano la sua arte anticonformista e il suo "sguardo straordinario sull'ordinario della vita".

Gurrieri

Col supporto dell’associazione Archivio per la memoria e la scrittura delle donne, e a cura di Antonella Ortolani, si è celebrato il decennio della scomparsa di Anna Maria Bartolini, l’artista che più fu vicina a Mario Luzi, illustrandone scritti e poesie. I suoi quadri e i suoi disegni, sono ospitati al Conventino, spazio sempre più accogliente, ormai entrato fra i luoghi deputati della cultura della città. L’ultima sua mostra nel 2010, all’Archivio di Stato, con lei ancora viva, aveva raccolto in catalogo testimonianze di Rosalia Mannu Tolu, Giovanna Ceccatelli, Sergio Givone e altri. Questa volta sono ben dodici i ricordi affettuosi e carichi di stima, fra cui quelli di Ernestina Pellegrini, Marino Biondi e Alessandro Gioli. La Bartolini seppe avere uno "sguardo straordinario sull’ordinario della vita", nel senso che aveva saputo intrecciare e restituire nelle sue opere i diversi aspetti della vita; il ‘caos calmo’ degli eventi, l’impegno rigoroso e critico di una ‘vita esaminata’, tradotti in opera d’arte, fatta di scelte consapevoli e anticonformiste, di attenzione concreta per gli altri, ma anche di immagini fantastiche, e della materia di cui sono fatti i sogni. La Bartolini è stata ben presente nella complessa cultura fiorentina, al declinare di questa, vicina e partecipe di maestri e amici come Grazzini, Pratolini, Betocchi, Luzi. Ne ha accompagnato romanzi e liriche, ne ha interpretato i sentimenti e le spinte civili; sempre con discrezione, con assoluta personalità, con un linguaggio artistico singolarissimo e inconfondibile. Amava i gatti (assai presenti nella sua produzione grafica): creature che ci accompagnano nei ritmi domestici, senza mai asservirsi e sempre autonomi e guardinghi seppur immersi nel tepore delle mura di casa. Il gatto è privilegiato nella narrazione bartoliniana, quasi ritratto a sé stessa, in quel realismo magico al quale si è voluta accostare.