Stefano
Grifoni
Periodo difficile questo per il sistema sanitario pubblico non solo per le cose che accadono, qualcuna non sembra avere una spiegazione logica, ma anche per i cambiamenti che vengono fatti a livello organizzativo che non sempre corrispondono alle esigenze dei cittadini. Se ci guardiamo indietro, difficilmente si può evitare il rimpianto per scelte fatte o non fatte o solo rimandate. La parola rimpianto richiama alla mente situazioni, relazioni e progetti talvolta compiuti con consapevolezza ma che con il tempo hanno cambiato aspetto . Il rimpianto non è né nostalgia né rimorso. La nostalgia è memoria positiva e piacevole, il rimorso è un sentimento di colpa per un errore commesso. Nel rimpianto si rende conto a se stessi. Nonostante le decisioni prese a livello politico e culturale nell’ambito della emergenza urgenza, continuano a fare capolino in maniera più o meno insistente altre possibilità che si contrappongono alla normale funzionalità ed efficienza del servizio pubblico. Non è piacevole vivere in compagnia del sentimento di rimpianto. Bastano un “ se ..solo …” parole che possono apparentemente sembrare innocenti ma che quando pronunciate innescano malessere dentro di noi. Il problema è che ogni giorno che passa ci lascia qualcosa di incompiuto che diventa sempre più grande e la motivazione per affrontarlo alla fine sempre più piccola. E’ quello che accade quando non si vive in maniera pacifica con se stessi e con la vita, quando non si è capaci di confrontarci. Il rimpianto paralizza e impedisce di fare qualsiasi cosa. E’ invece il momento di sostenere radicali cambiamenti per riportare il sistema sanitario pubblico ai livelli di eccellenza.
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