OLGA MUGNAINI
Cronaca

"Prima le persone, poi le tecnologie". I media alla sfida dell’innovazione

A Firenze incontro su tech-media literacy con focus su centralità della persona, fake news, intelligenza artificiale. Evento promosso da Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. Joe Kahn del New York Times: “I giovani devono padroneggiare fonti d'informazione per sviluppare idee. AI può portare disinformazione”

Da sinistra Pietro Labriola, ad Tim, Andrea Ceccherini, Joseph Kahn, direttore del New York Times, Maria Latella e Agnese Pini

Da sinistra Pietro Labriola, ad Tim, Andrea Ceccherini, Joseph Kahn, direttore del New York Times, Maria Latella e Agnese Pini

Firenze, 22 maggio 2024 – "Il sogno che ci muove è quello di cambiare il mondo per farne un posto migliore. Con questa logica cerchiamo di difendere la centralità della persona, soprattutto in un tempo in cui i cambiamenti mettono a rischio la nostra capacità di dominarla". Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, ancora una volta ha offerto alle nuove generazioni l’occasione per riflettere sul mondo che stanno vivendo e su quello del futuro. Tenendo fermo un punto: "La persona umana deve essere al centro e la tecnologia al suo servizio e non al contrario".

Queste le parole d’introduzione all’incontro, svolto ieri a Firenze, con il direttore del New York Times Joe Kahn, intervistato dalla direttrice di Quotidiano Nazionale (La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno) Agnese Pini; e l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola, in dialogo con la giornalista Maria Latella. A seguire il confronto su “Tech-media literacy“, più di 400 studenti italiani e spagnoli, con le loro numerose domande.

Fra i tanti argomenti affrontati, le fake news, l’intelligenza artificiale, il rapporto fra informazione e democrazia, il giornalismo e il rapporto con i social. "Nella situazione geopolitica attuale, in tutti i Paesi in cui andate troverete delle polarizzazioni – ha detto Labriola – I partiti di centro, quelli che mediavano le cose, non esistono più. E questo è dovuto a quindici anni di motori di ricerca. Ci sono dotti professori che spiegano che è un tema di evoluzione sociale: il mio punto di vista è che tutte le volte che tu cerchi qualcosa e sono convinto che sei di destra, ti do delle informazioni di destra, e poi non ci si può sorprendere che nel mondo abbiamo dei partiti che si spingono verso l’estrema destra o sinistra".

Ai giovani che passano molto tempo sui social Labriola ha poi spiegato: "Se il timore è che i social trasmettano modelli sbagliati, il problema è quello di stabilire dei modelli e comportamenti corretti. La discussione non è dunque quella del blocco dello strumento. Noi dobbiamo aiutare le nuove generazioni ad arrivare all’informazione iniziale e non a quella elaborata ad uso e consumo di qualcun altro".

Ma come riconoscere l’informazione di qualità? Joe Kahn, direttore del New York Times e membro dell’International Advisory Council dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, si è detto fiducioso: "La cosa che mi rende ottimista è che ci sono giovani come quelli di questa sala e progetti come quello del’Osservatorio che fanno qualcosa sul modo in cui consumano l’informazione, e investono per capirla meglio: nessuno potrà risolvere il problema della democrazia o della buona informazione che è il pilastro portante della democrazia, se il cittadino non agisce in prima persona. È questo il motivo per cui sono venuto qui, perché è un progetto molto importante. Non c’è la bacchetta magica che porterà via la polarizzazione del mondo di oggi, o eliminerà la cattiva informazione, le fake news di tutti i giorni. Il primo passo è capire che dovete essere padroni delle fonti di informazione per sviluppare le vostre idee".

Molte le domande sull’AI rispetto all’informazione: "L’intelligenza artificiale fornisce notizie da Internet che arrivano automaticamente senza fare ricerca – ha concluso Joe Kahn – E non renderà il mondo migliore. Anzi, soprattutto nel breve periodo lo renderà peggiore. Senza fare nulla l’AI porterà la polarizzazione e la disinformazione. E cercare le fonti originali diventerà sempre più importante".