FIRENZE
Cronaca

Polveri sottili e opere d’arte. Licheni di guardia al Duomo

Il progetto dell’Opera per monitorare gli effetti dello smog sulla Cupola "I risultati serviranno per capire gli effetti sul patrimonio e come proteggerlo".

Polveri sottili e opere d’arte. Licheni di guardia al Duomo

di Olga Mugnaini

L’inquinamento fa male ai nostri polmoni ma anche alle opere d’arte. Sul banco degli imputati ci sono soprattutto le polveri sottili e i microrgnarmismi che, nel caso dei monumenti, attaccano intonaci, legno, marmi e ogni genre di materiale lapideo. È per questo che l’Opera di Santa Maria del Fiore ha deciso di tenere sotto controllo l’aria all’interno del Duomo, con un vero e proprio biomonitoraggio, grazie a un progetto realizzato con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Università degli Studi , l’Università degli Studi di Siena e l’Accademia Nazionale dei Lincei. Le indagini si svolgeranno, in parallelo, su due fronti: da un lato sarà effettuato il biomonitoraggio del particolato atmosferico e dall’altro si procederà nell’identificazione e quantificazione dei microrganismi presenti nell’aria ma anche sulle superfici del Duomo. Le analisi sul particolato accumulato dai licheni permetteranno di determinare qualitativamente e quantitativamente con metodi chimici e magnetici, l’eventuale presenza di metalli inquinanti all’interno della cattedrale, individuando le diverse sorgenti di emissione. I dati daranno informazioni utili per individuare specie potenzialmente dannose per il patrimonio artistico e la salute umana.

Le rilevazioni avverranno, con l’aiuto dei licheni, in vari punti del Duomo, della Cupola del Brunelleschi e in Santa Reparata, per la durata di circa tre mesi. Nella Cupola i licheni sono stati posti sui tre livelli dei ballatoi, a 32 e a 50 metri di altezza, e alla base degli affreschi, ipotizzando che il flusso d’aria possa trasportare il particolato e i microrganismi dall’esterno, attraverso i portoni, verso l’apice della stessa. Altri licheni sono stati messi all’interno di Santa Reparata. "Stiamo lavorando costantemente con atenei e altri istituti - spiega Luca Bagnoli, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore - su ricerche e sperimentazioni finalizzate alla conoscenza e alla conservazione del nostro patrimonio. Questa ricerca, in particolare, potrà costituire un indispensabile complemento alle attività di monitoraggio e manutenzione che costantemente portiamo avanti facendo attenzione alle più moderne tecnologie e alle più recenti scoperte". "L’impiego dei licheni ha una lunga tradizione nel biomonitoraggio - spiega Aldo Winkler, fisico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia -. In ambito dei Beni Culturali abbiamo utilizzato questo metodo multidisciplinare, ad oggi, presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, nelle logge affrescate da Raffaello della Villa Farnesina".