DI EVA
Cronaca

Pitti Uomo palcoscenico per i talenti

Pitti Uomo 105 sarà un'edizione ricca di talenti, successi e moda maxima. Luca Magliano, Steven Stokey-Daley e Todd Sneyder saranno i protagonisti, con grandi stilisti italiani, icone dello stile Made in USA e nuove leve internazionali. Un'occasione per riconoscere la bravura di Pitti Immagine nello scovare e far esplodere marchi di moda a Firenze, capitale della moda.

di Eva

Desiderio

Pitti Uomo crocevia di talenti, di successi, di “moda maxima”, punto di raccordo tra industria e grandi creativi, culla di giovani in cerca di gloria che a Firenze trovano. Succede da sempre in riva all’Arno e anche stavolta per l’edizione di Pitti Uomo numero 105 Pitti Immagine non ci farà mancare niente, dalle nuove leve che piacciono molto ai buyers internazionali ai bravi stilisti italiani che tutti oggi devono conoscere e apprezzare, fino al più “classico” dei designer che a ogni collezione reinventa le icone dello stile Made in Usa. I tre cavalieri bianchi del salone dal 9 al 12 gennaio 2024 sono l’italiano Luca Magliano, bravissimo, l’inglese Steven Stokey-Daley e l’americano Todd Sneyder, e da loro si aspettano sorprese e riconferme sulla piazza fiorentina.

Un lavoro infinito, una rete di contatti e di rapporti spesso difficili perché non tutti sanno del glorioso passato di Firenze capitale della moda per uomo e pensano che ci siano solo Milano e Parigi. E poi dopo il Covid la situazione se possibile è peggiorata perché si è aggiunta la crisi dell’invenduto, l’incertezza e i pochi soldi. In questo marasma Pitti Immagine ha tenuto, questo va riconosciuto a beneficio della gestione di Claudio Marenzi e oggi di Antonio De Matteis, dei cda che si sono susseguiti in questi ultimi anni, dell’ad Raffaello Napoleone, del direttore generale Agostino Poletti, dei dirigenti tutti in primis di Lapo Cianchi, Antonio Cristaudo e Francesca Tacconi .

E così aspettando il Pitti Uomo di gennaio mi fa piacere ricordare alcuni degli stilisti che sono passati per Firenze e che due volte l’anno, a gennaio e a giugno, hanno rivitalizzato la fiera. E’ il caso di Rick Owens, di Thom Browne, di JW Anderson, Craig Green, Stefano Pilati, Thebe Magogu, Undercover e Yamamoto dal Giappone, l’omaggio ad Anne Demeulemeester, l’invito a Grace Wales Bonner, Martine Rose, e poi Raf Simons al debutto e i due designer molto bravi che disegnano Jil Sander. Solo per citarne alcuni, e per lodare la bravura nello scovare e far esplodere marchi di moda sulle passerelle e con le installazioni a Firenze, in questo senso sì capitale della moda che fa invidia. E fa scuola.

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