Piazze e sagrati da riconquistare

Il priore di Santo Spirito si dichiara "sconfitto" di fronte al degrado e all'insicurezza che affliggono la piazza. Chiede alle autorità e ai genitori di agire insieme per prevenire la violenza tra i giovani.

Se padre Giuseppe si dichiara "sconfitto", cosa dovrebbero fare gli altri? Già, se il priore di Santo Spirito nella bellissima lettera inviata al nostro giornale prende atto di non saper più cosa e come fare perché il suo sagrato, la piazza tornino a essere luogo di vita, non di degrado, di insicurezza, di rischio persino per la vita soprattutto per i giovani;

se dal suo osservatorio capisce, vede, che "molti adolescenti in questi ultimi mesi si ritrovano non in modo sano"; se attorno a questa situazione non si riescono a scuotere le coscienze, se prevale l’indifferenza. Beh, se questo è vero, com’è vero, come dovrebbero dichiararsi le varie autorità a cui spetterebbe di porre rimedio, anzi, di prevenire questa situazione? Sconfitti?

Eccome, una specie di Caporetto. Intendiamoci: di retorica in materia se n’è fatta abbastanza. Anche troppa. Indignazione. Parole. Temporanee mobilitazioni. Poi, capita che un ragazzo che chiacchiera con amici si prenda una coltellata. Non uno schiaffo: può capitare. No: una coltellata. Roba per cui si può morire. Non è successo, potrebbe succedere perché in quella piazza, attorno, c’è appunto gente che gira con il coltello. E lo usa. Dice: è un momento in cui questo succede un po’ dappertutto. Vero, in parte, perché sui sagrati di San Pietro o Notre Dame di bivacchi ancora non se ne vedono. Perché c’è educazione e controllo. Tanto. E quanto al fatto che il tasso di violenza si sia alzato un po’ ovunque, consentiteci una osservazione terra terra: quello che succede da altre parti a noi non interessa. Ci interessano Santo Spirito, le Cascine, Santa Maria Novella...

Per fortuna padre Giuseppe Pagano è uno "sconfitto" che non si arrende. Che chiama a raccolta in particolare i genitori: se il territorio non lo presidiano altri, lo facciano loro. Seguendo i loro figli. Non per controllare. Per esserci. Assieme. Per essere tutti un po’ meno "sconfitti".