ROSSELLA CONTE
Cronaca

Piazza della Repubblica si ribella: "Lavori infiniti, chiudiamo"

I caffè storici alzano la voce: "Costretti a licenziare"

Lino Condello, titolare delle Giubbe Rosse, (a sinistra), insieme a Sandro Malevoli e Jacopo Chiostri, dell’associazione Amici delle Giubbe Rosse, davanti al cantiere in piazza della Repubblica

Firenze, 5 aprile 2018 - Da un lato l’antica Firenze riaffiora sotto il lastricato ottocentesco di piazza della Repubblica grazie agli scavi avviati per la ripavimentazione, dall’altro i caffè storici rischiano il fallimento. «Abbiamo perso almeno il 60% degli incassi, se qualcuno non ci aiuta saremo costretti a licenziare almeno la metà del personale» spiega Lino Condello, amministratore dello storico Caffè Le Giubbe Rosse e portavoce dei locali che si trovano sul lato Signoria della piazza per intenderci. Insieme Le Giubbe Rosse, il Pesciolino Rosso, Donnini e Il Fiorino danno lavoro a 128 persone. «Lavorare in queste condizioni non è più possibile – prosegue Condello –, siamo completamente coperti. Chiediamo di aprire un varco il prima possibile e di accellerare i tempi».

I titolar degli storici esercizi sono sul piede di guerra, si sono rivolti a un legale, e ora chiedono una data di termine dell’intervento. I lavori, infatti, sono stati decisi dalla giunta di Palazzo Vecchio a dicembre del 2015 e avrebbero dovuto svolgersi nell’estate del 2016. Sono slittati al gennaio del 2018. «Dovevano iniziare – raccontano gli esercenti – subito dopo la conclusione di Pitti, intorno alla metà di gennaio e si dovevano concludere alla fine di febbraio o a fine marzo». Oggi della fine nemmeno l’ombra. Una cantierizzazione troppo invasiva per gli imprenditori, diversa dal piano che era stato annunciato da Palazzo Vecchio: la piazza doveva essere divisa in quadranti e i lavori eseguiti per lotti programmati. Un modo per limitare i danni economici. «L’intervento sta avendo un grosso impatto sulle attività – spiega Stefano Fontinelli che ieri ha incontrato i commercianti –, bisogna assolutamente accellerare i tempi prima che ci siano ricadute sull’occupazione». «Noi stiamo facendo il possibile – sottolinea Condello –, ognuno di noi paga dai 20 ai 25mila euro di affitto e 6mila euro di suolo pubblico. Non possiamo permetterci un calo delle entrate del 60%, soprattutto nell’alta stagione del turismo. Abbiamo aspettato tutto l’inverno questo momento».

Ma i lavori non riguardano solo piazza della Repubblica, anche la vicina via Pellicceria. Lorenzo Parigi, titolare del Caffè La Posta, ha già mandato a casa due dipendenti: «Ho perso – dice – il 30% di incassi, di questo passo rischio il fallimento. Pago più di 20mila euro tra affitti e costi di gestione. Non posso permettermi di non lavorare, soprattutto nel periodo migliore per gli affari». Gli imprenditori della strada puntano il dito anche sul cantiere che chiude completamente la zona creando nascondigli per spacciatori e malviventi. «Dall’inizio dell’intervento non si vedono belle facce in giro e anche le aggressioni e gli atti vandalici sono molto più frequenti» prosegue Parigi. Anche Patrizio Bonciolini, titolare di Montgomery, è chiaro: «Chiediamo tempi certi, non è possibile lavorare così, completamente oscurati».