Persi nel sudoku del voto utile Tutte le indecisioni degli elettori

I richiami delle ore finali non sono serviti a sciogliere i dubbi. Chi torna al seggio ha il mal di pancia

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di Ilaria Ulivelli

A livello nazionale il triangolo che non era stato considerato dà nuove speranze al Pd ma preoccupa Fratelli d’Italia e Lega. La percezione della rinascita del tripolarismo ha modificato gli ultimi giorni degli appelli al voto, prima che scattasse il silenzio elettorale. Sono ore di passione perché la tendenza marcata dai sondaggi è ormai datata e rileva un sintomo ma non fa diagnosi. I candidati e i maggiori partiti si sono sbattezzati nel nome del voto utile, cercando di accaparrare gli indecisi.

Se in Toscana, nel suo complesso, la situazione è quasi la medesima, a Firenze è ribaltata: nei sondaggi e nelle analisi elaborate da YouTrend la provincia fiorentina era data tra le più rosse d’Italia. Tanto da far nascere il mito della cura Nardella.

Ma cosa accade davvero a Firenze nel chiuso delle riunioni politiche? Cosa dicono senza poterlo dire? Nel sudoku del voto utile, ne succedono delle belle. In realtà gli elettori sono ancora indecisi. E chi torna al seggio lo fa col mal di pancia. Campagna spenta, avanti a slogan. Candidati poco graditi. Legge elettorale da bleah.

Forza Italia spinge. E nella sua lotta per la sopravvivenza chiede i voti ai moderati del Pd che non amano Renzi, assicurando che far crescere il peso degli azzurri sarà garanzia di equilibrio contro un’eventuale nascita di un governo di destra Fratelli d’Italia-Lega. Al netto che i candidati di Forza Italia sono già stati depotenziati, penalizzati nei listini e nei duelli uninominali dalle scelte degli alleati.

A casa Fratelli d’Italia si mangiano le mani. Male ha fatto il partito a dare Firenze per persa, dicono col senno di poi, e a mettere in gioco nella tenzone senatoriale uninominale Federica Picchi, un nome che è divisivo anche all’interno del partito, per le sue posizioni ardite sulla campagna vaccinale e contro il green pass. Va così che tanti militanti guardano altrove.

Probabilmente poggio e buca farà pari. Perché per Ilaria Cucchi non è sufficiente neppure l’appello al voto utile: dentro Sinistra italiana toscana c’è un ammutinamento dal momento in cui il partito si è sentito estromesso dalla decisione di Fratoianni – non condivisa – di allearsi col Pd. Tanti voti finiranno sparpagliati o nulli. Dentro il Pd – ormai è noto – per il collegio senatoriale in cui si decide direttamente chi mandare in parlamento, dichiarano di preferire la candidata del Terzo polo, Stefania Saccardi. La battuta di Renzi su Nardella che nel segreto dell’urna voterà Saccardi e non Cucchi è emblematica. Rappresenta il sentiment della comunità piddì.

Di erosione in erosione la cassaforte della Cucchi si alleggerisce: dovrebbe vincere lei: partiva con un’alta probabilità d’essere eletta nell’analisi di YouTrend e con sondaggi che la davano in vantaggio abissale. Ma il delta che la separerà dalla Saccardi sarà determinante per tantissimi equilibri. A livello fiorentino e non solo. Per il Pd qui la questione non è vincere, ma come e di quanto. In quei centimetri ci stanno dentro il futuro di Nardella e delle segreterie del partito, le ipoteche che potrà mettere Italia viva nelle scelte delle giunte fiorentina e regionale, fino alla candidatura del prossimo sindaco.

Se del Pd si è detto che è spinto tanto a sinistra, gli elettori più di sinistra lo avvertono tiepido nelle battaglie più sentite a fianco dei lavoratori e per il poco essersi speso in materia ambientale. Tanto che molti starebbero osservando il simbolo a 5 Stelle di Giuseppe Conte. Un rompicapo. Ormai manca poco. Almeno per togliersi la curiosità. Per il resto...

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