"Pericolo a lungo sottovalutato"

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"L’operazione di oggi conferma ciò che sostengo da anni. Da decenni la ‘ndrangheta, ma anche altre organizzazioni criminali di stampo mafioso, operano costantemente nella nostra regione". Renato Scalia, lungo passato in polizia, alla Digos, poi alla Dia, a Firenze, oggi consulente della Commissione parlamentare antimafia

Come inquadrare questo scandalo?

"Parliamo di attività illecite e di reinvestimento dei capitali in attività economiche lecite. L’inchiesta odierna racchiude ciò che abbiamo descritto più volte. Il porto di Livorno controllato; il traffico e lo smaltimento di rifiuti in Toscana; la presenza di elementi di cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra che agiscono con società o persone del luogo; il condizionamento dell’azione pubblica e politica, funzionali al controllo degli appalti e alla infiltrazione dell’economia e della finanza".

Rese possibili grazie?

"Anche grazie alla spiccata capacità relazionale e di mimetizzazione col contesto di riferimento. Tutto è funzionale all’espansione fuori area. E alla costruzione nel tempo di una solida base economica".

Come può essere accaduto?

"E’ il risultato di una sottovalutazione a tutti i livelli, soprattutto politica: continua a considerare l’argomento di secondo, se non di terzo piano. Anche questo ha permesso alle mafie di prosperare, qui. Non si è compreso che consapevolezza e prevenzione sono un deterrente che innalza un argine insormontabile per il mafiavirus".

Quali passi ulteriori compiere?

"Assolutamente necessario costituire un organismo permanente presso la Regione, che monitori e analizzi, costantemente, il fenomeno mafioso in Toscana".

g.sp.

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