Per cosa nostra soltanto minuscole

Tra i racconti, le testimonianze e le ricostruzioni contenute nel libro “Georgofili, le voci, i volti, il dolore a trent’anni dalla strage“, in regalo venerdì con il quotidiano in edicola, troverete spesso la parola ’cosa nostra’. Proprio scritta così, in minuscolo. E’ stata una scelta ben precisa. In quel triennio di sofferenza e paura, ma anche prima e anche dopo anche se in forma meno solo apparentemente aggressiva, cosa nostra ha ucciso anche i bambini, ha ferito, ha ricattato lo Stato e danneggiato irrimediabilmente il nostro patrimonio. Non ha alcuna dignità ed è per questo che riteniamo non abbia senso indicarlo con le lettere maiuscole. L’iniziativa, realizzata grazie anche al contributo di Fondazione Cr Firenze e Coop.Fi, è stata dedicata a Nadia e Caterina Nencioni, le vittime più giovani della stagione stragista. Il libro, curato da Erika Pontini e Stefano Brogioni, contiene le presentazioni della direttrice di Qn-La Nazione Agnese Pini e dell vicedirettore Luigi Caroppo, e testi di Alessandro Antico, Emanuele Baldi, l’ex direttore Gabriele Canè (oggi opinionista), Duccio Moschella, Olga Mugnaini, Gigi Paoli, Giovanni Spano e Ilaria Ulivelli. Contributi anche del presidente della Regione Eugenio Giani, del sindaco di Firenze Dario Nardella e del procuratore aggiunto Luca Tescaroli.

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