
Papa Francesco
Firenze, 28 febbraio 2022 - Nella giornata che sarebbe dovuta essere di Papa Francesco, il primo applauso va a Sergio Mattarella: "Grazie Presidente, ti vogliamo bene" gridano da piazza Santa Croce, ma il Santo Padre a suo modo si è fatto notare, evitando all’Angelus trasmesso in diretta sui maxischermi qualunque riferimento alle giornate fiorentine. Il rammarico per la sua assenza, motivata dall’aggravarsi del dolore al ginocchio che nelle ultime settimane lo tormenta più del solito, sfuma nell’augurio che ritrovi presto la piena operatività in un momento drammatico nel quale si sente un gran bisogno della sua testimonianza.
Ma i 600 fedeli che in piazza hanno sfidato una mattinata da pochi gradi sopra zero e molto ventosa, e soprattutto i 60 vescovi, i 65 sindaci e tutti gli altri, compreso il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che era stato accolto con grande affetto, sono rimasti ancor più gelati alla fine dell’Angelus, che il presidente ha tenuto a seguire su maxischermo dalla basilica.
Il Santo Padre, dopo essersi rivolto ai fedeli in piazza San Pietro citando in mondovisione le loro provenienze, comprese alcune sconosciute parrocchie della bergamasca, non ha fatto alcun riferimento alle giornate d’incontri fra vescovi e sindaci del Mediterraneo, che peraltro avrebbe dovuto concludere lui stesso, e non ha rivolto un gesto che sia uno ai fiorentini, che hanno scelto di affollare piazza Santa Croce anche quando l’assenza del Santo Padre era stata ufficializzata.
O la presenza dell’ex ministro Minniti al forum dei sindaci ha creato un imbarazzo maggiore di quanto ci si potesse attendere, oppure il gesto va motivato altrimenti. Il silenzio ha fatto così tanto rumore da ammutolire anche i vescovi, qualcuno dei quali, a microfoni spenti, fa trapelare un’interpretazione.
In questi giorni Papa Francesco è totalmente assorbito dalla guerra in Ucraina. Ha in corso una mediazione diplomatica delicata e forse non vuole sovrapporre i due dossier (Putin e il Mediterraneo), anche perché si rischia una guerra mondiale e già ci sono 250mila profughi che bussano alle porte dell’Unione Europea.
Salutare i fedeli in Santa Croce - si ipotizza - avrebbe portato ad entrare nel merito dei temi del summit. Con il rischio di scavare un solco ancor più marcato con gli ortodossi russi e far pensare a uno schieramento di campo pro Ucraina, quando l’impegno del Santo Padre è solo per la pace.
L’Ucraina è stata al centro delle preghiere anche a Firenze: "Il mio pensiero e la mia preghiera - ha detto il cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, nell’omelia - vanno verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei e a coloro che stanno fuggendo. A tutti coloro che stanno combattendo vorrei usare le parole semplici di un vecchio sacerdote: vi prego, vi scongiuro, fermatevi! In nome di Dio, no alla guerra!".
"Il nostro pensiero va alla gente dell’Ucraina, la cui sofferenza vogliamo che sia circondata dalla nostra preghiera mentre facciamo appello a quanti hanno nelle loro mani il governo dei popoli di convertire i cuori e le decisioni al cuore e ai progetti di pace di Dio. Egli è il padre di tutti": ha aggiunto il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori nei saluti finali nei quali ha ringraziato tutti per il supporto organizzativo, dalle maestranze più umili, che hanno gradito moltissimo, alle forze dell’ordine.
"Quella pianura della Palestina in cui Gesù ha deciso di parlare alla folla mi sembra come la nostra Firenze, adagiata nella piana dell’Arno: - aveva detto in precedenza Bassetti - non si trova su una vetta irraggiungibile e non è nemmeno una cittadella fortificata. Proprio qui il Signore si è fatto trovare in questi giorni". Vissuti nel segno di Giorgio La Pira che "fu sindaco di questa città con grande sapienza cristiana" e "si staglia come una figura esemplare: una guida capace di ispirare la sua vita e le sue scelte a quelle del Figlio di Dio, che è venuto per servire e non per essere servito".