ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

La morte di Saturnini, l'addio fra lacrime e applausi

Greve in Chianti, il lutto per la scomparsa dell'ex sindaco

Paolo Saturnini (foto Germogli)

Greve in Chianti (Firenze), 4 luglio 2020 -  Lacrime vere, reali, di quelle che partono dall’anima e solcano il viso in maniera delicata, quasi titubante. Lacrime anche di chi non era un parente stretto, ma di chi semplicemente aveva avuto modo di confrontarsi con lui, come amico o per lavoro. Paolo Saturnini, scomparso per un malore, ha avuto l’ultimo saluto da parte di quella città, Greve in Chianti della quale era stato sindaco per tre mandati, dal 1990 al 2004, ma soprattutto dalla quale non si era mai staccato. Né prima quando era considerato dalle ragazze un disonore essere contadino tanto da non potersi sposare. Né dopo quando di quell’essere contadino ne aveva fatto un valore politico tanto da diventare una bandiera del suo agire: il Chianti doveva essere unito e doveva significare per quello che era: tradizione, cultura, passione, contadina, per la terra e il territorio.

I funerali di Paolo Saturnini si sono svolti direttamente al cimitero di Greve in Chianti alla presenza dei sindaci chiantigiani di oggi, (Paolo Sottani, David Baroncelli, Roberto Ciappi) e di quelli di ieri come Massimiliano Pescini o Pietro Roselli. Ma anche alla presenza di amministratori e politici tra cui Marco Carrai che proprio a Greve con Paolo Saturnini aveva iniziato la propria carriera come assessore. Tra tutti, prima del lungo applauso che ha accompagnato Saturnini fino all’ultima dimora, il ricordo dell’attuale sindaco Paolo Sottani che con voce rotta dall’emozione ha ricordato come «ci ha abbia insegnato tanto».

Come il lavorare «a un Chianti unitario e a promuoverlo in maniera unitaria». Sottani ha ricordato come «Paolo temesse la globalizzazione abbia cercato di combatterla con le armi della tradizione attraverso l’idea delle Città slow delle quali era stato ideatore». Una globalizzazione da combattere con «la forza del passato, ma guardando al futuro», ha sottolineato Sottani. Futuro, politico, di Saturnini che portava il suo stesso cognome. «Paolo - ha detto Sottani nel cimitero gremito di oltre un centinaio di persone tutte con mascherina – parlava sempre di Giulio. Era il suo argomento preferito». Sottani ha evidenziato come «Paolo ci abbia lasciato troppo presti, quando stava per partecipare ad una assemblea pubblica. Non so cosa avrebbe detto, ma di sicuro avrebbe difeso il territorio e i suoi valori». Andrea Settefont