Galli e l’amicizia che vale una vita. "È il fratello che non ho mai avuto"

Il portiere e i lunghi anni di impegno con il campione: "La sua semplicità era pari alla sua grandezza"

Giovanni Galli e Paolo Rossi

Giovanni Galli e Paolo Rossi

Firenze, 11 dicembre 2020 - Giovanni Galli ha sempre detto che quel Mondiale lo ha vissuto da una posizione privilegiata. Dentro lo spogliatoio, senza pressioni, guardando e studiando i grandi campioni, lui terzo portiere di quel gruppo fantastico, dominatore della rassegna più ambita. Gruppo di campioni certo, ma soprattutto grandissimi amici, che hanno mantenuto a distanza di anni un legame saldissimo, più che fraterno. E non è banale che accada, favorito dalle tecnologie di adesso che permettono di rimanere a contatto, annullando le distanze e disinnescano la nostalgia. Galli, chi era per lei Paolo Rossi? "Era l’amico, il fratello, il compagno il figlio che tutti avrebbero voluto avere, la sua semplicità era pari alla sua grandezza. Un ragazzo veramente della porta accanto che incontravi per strada e aveva sempre un sorriso e una parola per tutti. Una perdita importante per il calcio, ma indimenticabile per quanto riguarda il rapporto che ci ha sempre legato". Come è nata questa amicizia così stretta? "Abbiamo fatto tutte le nazionali insieme, ma un episodio ci ha legato davvero, quando ancora eravamo govani promesse". Mantenute a giudicare il cammino di entrambi. "E’ vero, ma è stata soprattutto la voglia di tornare a casa a unirci", In che senso? "Natale 1976. Avevamo giocato il 23 con l’Under 21 in Portogallo a Funchal. Arrivammo in aereo a Milano il 24 e gli detti un passaggio fino a Firenze. Poi quel tragitto lo abbiamo rifatto da grandi quando entrambi eravamo commentatori a Mediaset". Un compagno di viaggio e di vita, dunque. "Proprio così. Non ha mai fatto pesare la sua fama, e il suo successo, rimanendo sempre la persona gentile e dai toni cordiali di sempre. Disponibilie quando lo chiamavi, anche quella volta che interruppe le vacanze per essere presente a una delle edizione del Memorial dedicato alla memoria di Niccolò". Oltre a un grande vuoto intuibile, le rimarrà anche un grande rammarico. "E’ vero, è così. Probabilmente non solo a me resterà questo rimorso. Più volte aveva invitato tutto il gruppo Mondiale a trascorrere qualche giorno nel suo agriturismo vicino ad Arezzo. Ma per un motivo o un altro non c’è mai stata la possibilità di ritrovarci tutti insieme, ritrovando la magia di allora".  

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