Paolo Cognetti, Laki e il rispetto per il mondo

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"Se ci fossero più cultura ecologista e ambientalista ci sarebbero meno guerre". E’ il pensiero dello scrittore Paolo Cognetti, ieri a Firenze per lectio magistralis "Laki e io", nel Cenacolo dell’Opera di Santa Croce per il Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze, ideato e organizzato dalla Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte.

Partendo dal legame che lo scrittore ha con il suo cane Laki - un meticcio con un po’ di border collie e un po’ di setter- , Cognetti ha parlato del rapporto con la natura. "La cultura millenaria, che si ritrova anche nella Bibbia, parla di uomo come padrone della Terra e degli animali che la vivono. Io preferisco l’idea per cui l’uomo è uno degli abitanti della Terra che deve vivere in pace con gli altri abitanti e con la stessa terra. Il rispetto reciproco, il rapporto con l’ambiente, la cultura di pace sono tutti temi collegati", dice Cognetti sottolineando che Laki non è suo.

"Sono un po’ in difficoltà quando mi chiedono ‘è il tuo cane?’, oppure ‘sei tu il suo padrone?’, perché non sento affatto che Laki sia mio, né voglio essere il padrone di nessuno. Così mi avventuro in risposte del tipo ‘lui sta con me, viviamo insieme, ci facciamo compagnia’". In questo rapporto di amicizia, "Laki è il mio maestro zen: mi insegna cos’è la felicità, la semplicità, l’essenziale", dice l’autore de "Le otto montagne", il romanzo Premio Strega 2017 che ha ispirato il film di Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen, con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, chiuso sabato scorso. Oggi, per la seconda giornata del Premio, tra i vari incontri, alle 18 al cenacolo dell’Opera di Santa Croce, è previsto “Quel lavoro di formica e di cavallo che è una traduzione“, laboratorio con Claudia Zonghetti per gli studenti di teoria e pratica della traduzione. Alle 20,30, invece, al Teatro Goldoni, Luigi Lo Cascio legge "I fratelli Karamazov", previsto l’intervento di Andrea Landolfi e Paola Del Zoppo con Claudia Zonghetti, vincitrice del Premio Gregor von Rezzori per la traduzione.

Barbara Berti

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