
Paolini: "Il mio ritorno al futuro" In scena un carosello di memorie
"Il teatro ‘civile’ non è esclusivamente legato alla memoria, ma diventa tale quando è capace di ascoltare e, attraverso le giuste parole, offrire elementi di vitalità". Marco Paolini, drammaturgo veneto noto al grande pubblico per "Il racconto del Vajont", i monologhi di "Teatro Civico" e "Ausmerzen", stasera (ore 21,15) arriva al Teatro romano di Fiesole - nell’ambito della 76esima edizione dell’Estate Fiesolana - con "Boomers", spettacolo da lui scritto che vede in scena anche Patrizia Laquidara, per una coproduzione Jolefilm e Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale. "Boomers" è ambientato nel bar della Jole (Patrizia Laquidara), dove si parla, si canta e si gioca, mentre Nicola alias Paolini, prova – come in un metaverso e nel più classico dei videogame, dove a un certo punto si muore e bisogna ricominciare da capo – a rivivere alcuni fra gli eventi più significativi degli ultimi 50 e passa anni.
Paolini, con Boomers lei mette in scena il suo ‘ritorno al futuro’...
"In un certo senso sì, ma senza nostalgia, perché se c’è una cosa di cui ho orrore è quando si usa la chiave della memoria per giustificare la presunta superiorità di un tempo passato rispetto al presente".
Boomers è, però, un salto nei ricordi.
"E’ un insieme di frammenti di memorie condivise di un piccolo mondo neanche troppo antico, ma tramontato, sepolto nella rapida trasformazione del paesaggio, del costume, della dipendenza da tecnologie portatili e pervasive. Boomers è una specie di carosello, un concentrato di cose e fatti ormai conclusi. Un racconto che lascia allo spettatore la possibilità di guardarlo e viverlo secondo i propri sentimenti".
Non è un viaggio nostalgico ma tornano i personaggi di Album...
"Sì, Patrizia Laquidara dà corpo e voce a Jole ex prostituta ed ex partigiana che gestisce un bar dove prendono vita conflitti, errori storici, occasioni perdute da una generazione che ha avuto un impatto pesante sul pianeta sia in termini ecologici che tecnologici ed economici, ma ha anche prodotto menti brillanti, personalità, energie".
Perché lo spettacolo in un bar?
"Il bar era il luogo dove si annullavano le differenze sociali e politiche, che pure erano forti nella società di fine anni Sessanta. Il bar metafora dove può accadere di tutto. Si parte nel bar della Jole il giorno dello sbarco sulla luna: la cronaca del tempo ci fa pensare che un giorno ci saremo andati tutti. Da quel momento il racconto fa balzi in avanti e improvvisi dietrofront, tra slanci e ricadute".
Barbara Berti