Palestre, il dramma dei ristori invisibili. "Ma le bollette da pagare arrivano tutte"

Lo sconforto dei gestori, fermi fino a marzo: "Il problema non siamo noi: siamo chiusi da ottobre ma i contagi sono comunque aumentati". "Se non vogliono farci riaprire ci diano aiuti immediati"

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Firenze, 19 gennaio 2021 - Col nuovo Dpcm nulla cambia per le palestre: lo sport è e resterà ancora bloccato. Infrante le speranze di chi, dopo lunghi mesi di blocco, pensava di poter riaprire. Una nuova doccia fredda è cascata sulle spalle di quanti, dopo essersi accollati i costi dei protocolli di sicurezza, dai dispenser con gel all’igienizzazione degli impianti ai divisori in plexiglass, erano tornati a respirare per una breve parentesi estiva. Ora invece, per una nuova boccata d’ossigeno, bisogna aspettare ancora, almeno fino al 5 marzo. "Tanto, troppo, per un settore già in difficoltà" dicono i gestori. Ma com’è la situazione a Firenze? "Ci era stato detto che avremmo riaperto prima a gennaio – spiega Niccolò Palma, club manager della palestra Elysium – poi a febbraio. Ora speriamo sia davvero il 5 marzo, altrimenti sarebbe l’ennesima presa in giro. E se ci facessero riaprire non sarà facile ripartire a pieno organico. I ristori, se non ai collaboratori sportivi, per il momento si sono visti il giusto: a gennaio non abbiamo ricevuto ancora niente, per l’aziendale nulla in assoluto. C’è tutta una serie di burocrazie interminabili per accedere a fondi irrisori che servono a coprire i costi di mezzo mese. Abbiamo cercato soluzioni, provato a fare lezioni online ma con scarsi risultati, perché ai ragazzi piace venire in palestra, parlare, relazionarsi. A livello di pandemia è evidente che le palestre non sono il problema: siamo chiusi da ottobre ma c’è stato comunque un crescendo di contagi. Ora cosa succede? Se ci vogliono tenere chiusi ci diano aiuti immediati. Nel periodo pre Covid avevo 600 utenti, nel recupero estivo sui 400. Chiediamo chiarezza e linee guida precise".

«Mi è arrivato un contributo della Camera di Commercio del 20% sulla spese di sanificazione, e il contributo del centro storico – spiega Maurizio, titolate di una palestra in zona Santa Croce –. Ai miei collaboratori è arrivato il contributo del lockdown, ma a macchia di leopardo. Non credo che il 5 marzo faranno riaprire, secondo me stanno prendendo tempo. Da me si erano iscritti molti stranieri, alcuni hanno richiesto dei rimborsi, non molti fortunatamente. Le bollette invece sono arrivate tutte. Quando ci hanno fatto riaprire ho avuto fino all’80% di utenti in meno: i rimborsi devono essere pari alle perdite".

«La situazione è drammatica per tanti motivi – spiega Paolo Morelli, presidente e Head Coach del Combat Lab di Firenze, rappresentante per gli sport da combattimento del Sindacato sportivo Safit - se ci avessero detto dall’inizio che saremmo rimasti chiusi fino a ora, avremmo potuto sospendere le utenze. Non feci richiesta per ristoro a marzo per una scelta etica, per lasciare spazio a chi aveva più bisogno, ma poi non ho potuto più accedervi. Abbiamo rispettato le restrizioni, sostenuto spese, hanno fatto i controlli in tutta Italia senza trovare alcuna irregolarità. E ora assistiamo alla diminuzione delle restrizioni per tutte le attività tranne che per noi, anche se studi americani e inglesi hanno dimostrato che in palestra non sono partiti focolai. Lo sport è benessere e salute: non considerarlo non è un bel messaggio".

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