Zeffirelli, folla alla camera ardente. L'omaggio delle istituzioni e della gente

La sua Firenze lo ha accolto in silenzio. All'interno del salone del Cinquento sono presenti centinaia di persone per rendere omaggio al Maestro. Sulla bara la sciarpa viola

Pippo Zeffirelli, Elisabetta Casellati, Dario Nardella e Laura Lega (Mori/New PressPhoto)

Pippo Zeffirelli, Elisabetta Casellati, Dario Nardella e Laura Lega (Mori/New PressPhoto)

Firenze, 17 giugno 2019 - Prima i turisti, incuriositi dallo schierarsi del picchetto d'onore e del gonfalone. Poi i fiorentini, in attesa del feretro, partito all'alba da Roma. Quando il carro funebre è arrivato, poco dopo le 11, un applauso ha accolto l'arrivo di Franco Zeffirelli a Firenze, per l'ultima visita. Sulla bara una sciarpa viola. Martedì alle 11 il Maestro riceverà l'addio in duomo: un onore di altissimo rilievo per una personalità laica, in tempi recenti riservato solo al sindaco santo Giorgio La Pira e al poeta Mario Luzi. Dovrebbero esserci anche Silvio Berlusconi e Gianni Letta per dire addio al regista.

Sull'arengario di Palazzo Vecchio, con il picchetto d'onore e il gonfalone del Comune, c'erano il prefetto Laura Lega e il sindaco Dario Nardella. Un abbraccio ai figli di Zeffirelli, Pippo e Luciano, che in prima fila hanno trovato Ermanno Daelli e Toni Scervino della maison Ermanno Scervino ad attenderli. Poi il breve corteo ha salito le scale ed è arrivato nel salone dei Cinquecento, dove le chiarine del Comune gli hanno tributato omaggio. Nel salone, adornato di abbondanti fiori, soprattutto azalee rosa e il cuscino di rose bianche inviato da Andrea Bocelli, un maxischermo proiettava a rotazione immagini del grande regista, morto sabato a 96 anni nella sua casa di Roma. Dietro al feretro, una bellissima immagine di Zeffirelli con la giacca appoggiata sulle spalle davanti all'ingresso principale di Palazzo Vecchio, la stessa gigantografia appesa all'ingresso della sua fondazione in San Firenze.

Anche la Fiorentina gli ha reso omaggio: sono arrivati a Palazzo Vecchio il braccio destro di Commisso, Joe Barone, e Giancarlo Antognoni. Barone ha steso sulla bara una maglia viola della Fiorentina, con il cognome "Zeffirelli" sulla schiena e il numero 1. Presente anche il presidente della LegaPro di calcio Francesco Ghirelli.

L'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ha reso omaggio a Zeffirelli: durante la visita del presidente del Senato, Elisabetta Casellati, un trio d'archi ha eseguito un adagio di Mozart, l'Adagio in La bemolle dal Gran Trio K563, un brano improntato a un sentimento meditativo, quasi religioso.

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Tra gli interpreti dei film di Franco Zeffirelli che hanno reso omaggio alla camera ardente del Maestro anche l'attore inglese Leonard Whiting, che vestì i panni di Romeo nel film "Romeo e Giulietta" (1968), adattamento dell'opera di Shakespeare, per il quale vinse il Golden Globe per il miglior attore debuttante. In seguito sono arrivati anche Vittorio Sgarbi, l'ex presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti, il presidente del consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, il cantante 91enne Narciso Parigi.

LA PRESIDENTE DEL SENATO - In mattinata è arrivata anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (VIDEO- clicca qui), mentre il presidente della Repubblica Mattarella era andato a rendere omaggio già domenica nella Capitale. Si è trattenuta alcuni minuti con Nardella e il prefetto, ha parlato con i figli e con il soprintendente del Maggio Musicale, Cristiano Chiarot, e poi ha ricevuto i cronisti in una sala a parte. "Zeffirelli - ha sottolineato - ha lavorato nei palcoscenici più prestigiosi e ha tenuto alta l'immagine dell'Italia anche come senatore della Repubblica: è stato un mio collega, e il fatto di aver partecipato anche alla vita politica ha significato dare alla cultura un valore aggiunto. È stato un uomo libero, come deve essere libera l'arte in tutte le sue articolazioni. Io lo ricordo con affetto, e oggi questa sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile per tutti". Casellati ha ricordato anche l'evento del 6 aprile scorso, l'ultima cerimonia pubblica per Zeffirelli che ricevette il premio in Senato: "Devo dire che quello che mi ha commosso è stato ripensare che l'ultima volta in Senato, ad aprile di quest'anno, già faceva fatica a parlare, però di fronte ad un pubblico che gli ha tributato un applauso lunghissimo ha detto 'grazie'. Era commosso. Avergli regalato questo momento di gioia, dovuto, per quello che lui rappresenta, ha rappresentato e rappresenterà anche per le future generazioni, perché la sua opera è un lascito per tutti ed è immortale, questo mi ha lasciato un ricordo più dolce nel dolore di questo momento".

PARLANO I FIORENTINI: "SAREMO SEMPRE IN DEBITO CON LUI" (VIDEO - clicca qui)

MONTI - "Abbiamo avuto una riunione a Firenze del gruppo di coloro che consigliano l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole su una nuova iniziativa, e ci siamo sentiti in dovere di rendere omaggio alla salma del maestro Zeffirelli con il sindaco", ha affermato Mario Monti, che durante la visita era accompagnato dal presidente dell'Istituto, Renaud Dehousse, e dal direttore della scuola di governance transnazionale dell'Iue, Miguel Poiares Maduro.

IL SINDACO - "Sarebbe bello che lo Stato, il governo, le istituzioni delle cultura, la Siae sostenessero il progetto di una Scuola internazionale delle arti e dello spettacolo intitolata a Zeffirelli, che possa sviluppare le iniziativa che già stanno facendo nella fondazione", ha detto invece Dario Nardella. Un progetto di una scuola, ha spiegato il sindaco, "perché il maestro amava i giovani, si metteva sempre a loro disposizione: come aveva imparato dal grande Visconti, allo stesso modo aveva questo modo di insegnare ai suoi ragazzi. E penso che questo aspetto debba essere mantenuto. Mi auguro davvero che possa crescere questa scuola internazionale, e come Comune faremo di tutto per sostenerla".

I FIGLI  - "I lavori del maestro, e io l'ho sempre chiamato maestro, andranno in tutto il mondo come ha sempre fatto: ha lasciato una grande eredità a tutti noi, e spero a molte persone che oggi sono qui", dice Luciano, figlio adottivo di Zeffirelli. "Se c'è un insegnamento che ci ha lasciato più di tutti - ha proseguito - è l'amicizia. Era un personaggio difficile il maestro, perché non era facile, però la bellezza di quello che ricevevi in cambio era impagabile. Quello che lascia lo lascia per farlo ricordare. È stato un grande professionista del suo lavoro, era molto umano ed era una persona buona, un credente: dal suo lavoro si vede la sua fede, era amico della Chiesa e in questi quarant'anni ho visto il rapporto che aveva con la Chiesa. Se pensate al Gesù di Nazareth, è stato visto da due miliardi di persone già nel 1977 in tutto il mondo, è una grande eredità che lascia a tutti".

Visibilmente commosso l'altro figlio adottivo, Pippo: "Il Maestro sarebbe contento, siamo felici di essere riusciti a portarlo a Firenze, voleva rivedere la sua fondazione ma non ha fatto in tempo. E' andato via serenamente, era tranquillo e pacifico, con i sacramenti religiosi. Se n'è andato con dignità. Purtroppo era da un paio di mesi che non parlava praticamente più, ma fino a poco tempo fa si svegliava e ci chiedeva quale fosse il programma delle cose da fare per la giornata".

L'ARRIVO DEL FERETRO DI ZEFFIRELLI CON LA SCIARPA DELLA FIORENTINA SULLA BARA

(Foto Marco Mori New Pressphoto)

La bara di Zeffirelli con la sciarpa della squadra viola
La bara di Zeffirelli con la sciarpa della squadra viola

CHIAROT - "Portando le condoglianze ai suoi figli abbiamo parlato di fare presto un omaggio al maestro Franco Zeffirelli, grande interprete del teatro, del cinema e della città di Firenze". Lo ha detto Cristiano Chiarot, sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino. "Noi - ha detto il sovrintendente del Maggio Musicale - nel nostro archivio storico possediamo molte tracce del suo lavoro a Firenze. Cercheremo di ricordare la sua memoria attraverso un progetto dedicato a lui. Lo faremo forse già in autunno, perché la memoria va conservata anche a breve, con la sua famiglia e la sua Fondazione con cui già collaboriamo".

OPERA DI S. CROCE - L'Opera di Santa Croce e la Comunità dei frati minori conventuali ricordano «con un grazie» il maestro Zeffirelli per «il suo generoso tributo d'amore alla città e si uniscono al dolore della sua famiglia e di tutti i fiorentini». Così in una nota Irene Sanesi, presidente dell'Opera di Santa Croce, e padre Paolo Bocci, padre guardiano della comunità francescana. Sanesi, insieme a tutto il consiglio dell'Opera sottolinea che «resta come simbolo indimenticabile di questo affetto smisurato lo straordinario racconto documentario di Firenze ferita dall'alluvione che il maestro fece al mondo, le cui immagini - specialmente quelle che riguardano Santa Croce - sono nel cuore di tutti noi». Testimonianza speciale anche la narrazione di Francesco d'Assisi e del francescanesimo di Fratello Sole e Sorella Luna. «La comunità dei frati si unisce all'Opera nella preghiera e nel ringraziamento a Dio del dono che il maestro è stato per tutti noi, ricordandolo alla Sua misericordia», conclude padre Paolo Bocci.

SGARBI - Zeffirelli "è stato uno straordinario artista, bastian contrario, contro i tempi: non si è mai allineato con la proposta di intellettuali organici al potere politico", ha detto Vittorio Sgarbi. "Visconti - ha ricordato Sgarbi - aveva garantito il rispetto della cultura e della critica dall'essere di sinistra. Lo svantaggio di Zeffirelli era che la cultura non aveva coperture al centro o a destra: si è trovato nelle stesse condizioni di un grandissimo pittore come Annigoni, completamente ignorato dalla critica nello stesso momento in cui si esaltava la 'Merda d'artista'». I suoi film, ha osservato, "sono stati fatti in anni un cui era obbligatorio essere impegnati, fare film critici", mentre "in lui c'era la gloria dell'uomo, la gloria dell'essere italiano, della nostra civiltà, del Rinascimento e la gloria di Firenze". Zeffirelli, ha aggiunto Sgarbi, "non manca perché degli artisti l'opera rimane. Non manca Leonardo, perché abbiamo la Gioconda, non manca Zeffirelli quando abbiamo i suoi film, tra qualche giorno ci sarà la Traviata all'Arena di Verona, quindi le opere restano, sono creazione e progetto di immortalità. In realtà gli artisti non muoiono".

LE GEMELLE KESSLER - "Era come un fratello, lui ci chiamava anche le sue sorelline tedesche". Così Alice ed Ellen Kessler hanno ricordato Franco Zeffirelli visitando la camera ardente nel salone dei Cinquecento. Del regista, hanno ricordato le Kessler, apprezzavano soprattutto la generosità. "Era un uomo enormemente generoso - hanno affermato -, divertente, sarcastico; e tutto questo ci piaceva moltissimo, perché insieme ridevano davvero tantissimo e la vacanze più belle che abbiamo passato erano a Positano da lui". Tra i tanti lavori del regista fiorentino, uno rimasto nel cuore delle due sorelle è  la Traviata, "perché il suo salone a Roma era un po' come la Traviata. Lui non era solo un grande regista, era anche uno scenografo fantastico (VIDEO - CLICCA QUI) : ogni volta, anche al Metropolitan di New York, quando si apriva il sipario c'era sempre l'applauso per la scenografia". 

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