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Padule, l’acqua torna a ’respirare’ Operazione per salvare l’habitat

Sperimentazione del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno con un sistema innovativo e non invasivo. L’ossigeno disciolto dalla postazione di Torre ha portato benefici a un lungo tratto del canale Usciana

Il Padule deve ’respirare’ anche in condizioni meteorologiche estreme. Questa la ragione della sperimentazione per contrastare i periodi di forte siccità e per mantenere a livelli accettabili l’ossigenazione delle acque del Padule di Fucecchio anche nei momenti di maggior criticità. Si tratta di un intervento effettuato nel periodo 31 luglio – 11 agosto che ha visto impegnato il Consorzio 4 Basso Valdarno, guidato da Maurizio Ventavoli, nella realizzazione di un sistema di ossigenazione delle acque del Canale Usciana nella postazione di Torre. Si tratta di un’area che in estate, in seguito alle basse portate e al fondale relativamente basso, presenta in alcune zone concentrazioni di ossigeno molto basse. Per far fronte a queste problematiche, è stata sperimentata una procedura finalizzata ad un impatto positivo sull’ambiente assicurando al tempo stesso un aiuto concreto ad un habitat che ne ha bisogno e restituendo ossigeno ad un corpo d’acqua che rappresenta una delle aree umide tra le più importanti di Europa per le specie ittiche e faunistiche.

L’intervento, non invasivo nei confronti dell’habitat, ha permesso – si apprende – di incrementare a valle della postazione di riossigenazione il contenuto di ossigeno disciolto nelle acque con un salto di 1,7- 2,3 mglt, raggiungendo valori stabilmente al di sopra di quelli accettabili per le specie ittiche presenti. Il tutto è stato realizzato nonostante i bassi regimi di portata delle acque e le alte temperature nel corpo idrico, sfavorevoli alla solubilizzazione dell’ossigeno, consentendo per qualche chilometro di coprire il deficit di ossigeno che ogni anno si manifesta, in particolare nel tratto di canale ricompreso tra il Ponte di Cavallaia sull’Usciana e la frazione di Ponte a Cappiano. Ne è emerso dunque che, seppur non singolarmente risolutivo, l’intervento – spiega il Consorzio – fornisce importanti indicazioni portando giovamento in un buon tratto del Canale Usciana. Il rendimento del sistema di riossigenazione messo senza ricorrere all’utilizzo di energia elettrica, è risultato da 5 a 10 volte superiore ai sistemi utilizzati fino ad oggi nelle altre postazioni, adattandosi meglio di questi ultimi alle basse profondità del canale.

C. B.