Bufera in ateneo. I padroni dei concorsi di Careggi: ecco chi decideva

L’ex prorettore, una commissione al completo, due dirigenti. Tutti i coinvolti nell’indagine sui baroni

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Firenze, 22 gennaio 2019 -  Il prorettore, adesso in pensione. La Commissione Indirizzo Autovalutazione (Cia), al completo. I membri della commissione che ha giudicato e promosso Alessandro Della Puppa professore associato e anche gli amministrativi che ne individuarono la figura. Le scosse del terremoto che sta travolgendo l’Azienda Universitaria Ospedaliera Careggi cominciano ad avvertirsi più nitide, man mano che si avvicinano gli interrogatori dal gup, Anna Liguori: sarà infatti il giudice a decidere sulle dodici richieste di interdizione, avanzate dal pm Tommaso Coletta, che riguardano: l’ex prorettore, Paolo Bechi; l’ex presidente della Cia, Massimo Innocenti; l’ex presidente del Consiglio Dcmt Marco Santucci. I prof Fabio Cianchi, Donato Nitti, Gabriella Pagavino, Nicola Pimpinelli, Gianni Virgili, Alessandro Della Puppa; e gli esterni Domenico D’Avella, Roberto Delfini e Franco Servadei. «Soltanto» indagati (ed esclusi dalla richieste di interdizione) l’ex dg dell’Auoc Monica Calamai («Non abbiamo ricevuto nulla, comunque siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento», dice il suo legale, Viciconte) e il suo successore Rocco Damone.

LE TURBATIVE DEI BANDI

Sono due, i capi di imputazione, in cui la procura contesta la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Per un episodio, che viene contestato a Bechi, Innocenti, Santucci, Cianchi, Nitti, Pagavino e Pimpinelli, si ipotizza che ci siano stati accordi per turbare il procedimento di programmazione per mettere a concorso altri posti rispetto a quelli di ordinario di otorinolaringoiatria, a cui ambiva il professor Oreste Gallo.

Un docente che, assieme al suo braccio destro Pasquale Gallina, esce sistematicamente sconfitto da qualsiasi determinazione assunta dal consiglio della «Cia», l’organo che sta tra la politica dell’ateneo e le esigenze materiali di didattica e operatività. Per un secondo episodio fotocopia di turbativa del bando, ci sono i precedenti sette indagati più l’oculista Gianni Virgili. Questi «giochi di potere» contestati dalla procura avrebbero portato alla crescita di altri professori, in danno appunto di altri.

SCELTA DI DELLA PUPPA

Tra le accuse mosse dal pubblico ministero c’è anche quella di abuso d’ufficio, un reato che sarebbe maturato nell’ambito della «scelta» del professore Alessandro Della Puppa, difeso dall’avvocato Francesco Maresca. Secondo la ricostruzione della guardia di finanza, Monica Calamai lo avrebbe individuato per rafforzare un settore in difficoltà, la neurochirurgia, e di conseguenza il concorso sarebbe stato cucito su misura per assicurarsi l’arrivo dell’associato dall’Università di Padova. L’operazione, che il nuovo dg dell’Azienda, Damone, avrebbe trovato ’in corso’ e avallato, sarebbe andata in porto anche grazie alla «collaborazione» dei commissari, il presidente, professor Roberto Delfini, ed i due membri, professor Franco Servadei e professor Domenico D’Avella.

IL FALSO VERBALE

Si chiude con un episodio di falso (riguardante un verbale) per cui sono indagati l’ex prorettore Paolo Bechi e una figura amministrativa del Dcmt, Antonella Galardi.

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