REDAZIONE FIRENZE

Ostacolo alla vigilanza, quattro condanne

Quattro condanne tra i vecchi vertici di Chianti Banca, in carica tra il 2015 e il 2016 nell’istituto di credito cooperativo di San Casciano Val di Pesa e Monteriggioni. La pena più alta del dispositivo letto ieri mattina in aula dal gup Antonella Zatini (il processo si celebrava in abbreviato), un anno e sei mesi, è stata inflitta all’ex dg Andrea Bianchi; un anno e due mesi a Stefano Mecocci ed Enzo Barbucci; dieci mesi a Claudio Corsi, ex presidente del cda. Assolti gli altri imputati (Aldemaro Becattini, Niccolò Calamai, Andrea Casini, Luigi Ferri, Fabrizio e Mauro Fusi, Vasco Galgani, Marco Galletti, Carla Lombardi, Claudio Tongiani, Leonardo Viciani). Anche Bianchi, Mecocci, Barbucci e Corsi sono stati sollevati dalla contestazione di falso in bilancio, ma sono stati condannati per l’accusa di aver ostacolato l’esercizio delle funzioni di Banca d’Italia. Sono stati anche condannati in solido tra loro al risarcimento del danno verso Bankitalia, col pagamento di una provvisionale di 6.000 euro. La procura aveva chiesto condanne da 2 a 3 anni di reclusione per tutti e 15 gli imputati. Tra le presunte irregolarità accertate dalle indagini, coordinate dai pm Luca Turco e Giuseppe Ledda, la modalità di classificazione del Btp 2046, un prodotto in primis acquistato per un valore nominale di 100 milioni tra il 30 marzo e il 1° aprile 2015 come attività finanziaria di categoria Afs (available for sale, disponibile per la vendita) ma poi invece riclassificato in via retroattiva, attraverso una modifica postuma dei verbali, come attività finanziaria di categoria Htm dal valore di 126.436.000 euro. In questo modo, secondo i pm, con una modifica che non era lecita, i vertici della Bcc avrebbero ingannato i soci e la clientela sulle effettive condizioni patrimoniali dell’istituto. A ’denunciare’ i vecchi vertici, il successivo board.