Open Senato, ricorso ’ammissibile’ Renzi, punto a favore contro i pm

Il ’conflitto di attribuzione’ sui poteri dello Stato sollevato da Palazzo Madama su alcuni atti d’indagine. La Consulta stabilirà se per i sequestri di chat, mail di e con Renzi la procura doveva chiedere il via libera

La Corte costituzionale ha giudicato ’ammissibile’ la richiesta del Senato del 22 febbraio di sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, cioè contro i magistrati di Firenze che indagano nell’ambito del procedimento giudiziario su "Open", la fondazione che animò e finanziò la scalata politica di Matteo Renzi alla guida del Pd e le sue kermesse politiche come la Leopolda. Conflitto sollevato in base agli atti posti in essere nell’ambito del procedimento penale a Firenze che vede – tra gli indagati per finanziamento illecito dei partiti – oltre ai componenti del ‘giglio magico renziano’, anche lo stesso senatore ora leader di Iv. Si tratta in particolare degli atti d’indagine compiuti dai pm della procura fiorentina nell’ambito di quella inchiesta. Quali? L’inserimento nel fascicolo di chat ed e-mail risalenti a quando Renzi era già senatore. Nel dettaglio le indagini erano sfociate nei sequestri (ad altri indagati) di telefoni cellulari, messaggi‎WhatsApp e di e-mail nei quali Renzi era mittente o destinatario. E nell’acquisizione di un estratto conto del conto corrente bancario del senatore.

Secondo Palazzo Madama tale documentazione relativa a determinati rapporti tra Renzi, i suoi collaboratori più stretti e alcuni dei finanziatori, equivale a un’attività d’intercettazione. E di conseguenza i magistrati inquirenti (all’epoca il procuratore capo Giuseppe Creazzo e i sostituti Luca Turco e Antonino Nastasi) avrebbero dovuto chiedere prima formale autorizzazione preventiva al Senato per poter procedere all’acquisizione delle chat private e delle mail di Renzi. Davanti alla Consulta presenti alla camera di consiglio gli avvocati Fabio Pinelli e Giuseppe Morbidelli (per il Senato). Giudice relatore Franco Modugno.

Adesso che il conflitto è stato ritenuto ’ammissibile’ la Corte costituzionale giudicherà nel merito: dovrà cioè stabilire se i magistrati inquirenti fiorentini hanno o meno violato i diritti di parlamentare di Renzi. La decisione nel merito della Corte costituzionale sarà presa nel corso di una udienza pubblica.

Conseguenza possibile, clamorosa è che il processo Open potrebbe essere sospeso. La pronuncia della Consulta potrebbe infatti indurre di riflesso il giudice dell’udienza preliminare a decidere di sospendere l’udienza stessa, in corso a Firenze.

Il braccio di ferro istituzionale era cominciato con l’atto presentato dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari il 20 dicembre 2021. Il Senato aveva deliberato il ricorso alla Corte costituzionale il 22 febbraio con 167 voti a favore, 76 contrari e nessun astenuto, approvando la relazione della Giunta delle immunità.

g.sp

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