
Firenze, 21 novembre 2023 – Firenze è avanti rispetto alla media italiana sul fronte dell’occupazione femminile e sul divario con il genere maschile. Le donne tra i 20 e i 64 anni che vivono nel territorio provinciale fiorentino sono occupate nel 74,2% dei casi, contro una media italiana del 55%. Dai dati del primo bilancio di genere realizzato in collaborazione tra 39 Comuni e la Città Metropolitana di Firenze, con il supporto dell’Università e il finanziamento della Regione, emerge una dimensione di discriminazione di genere meno pronunciata rispetto a molte altre parti d’Italia, ma si può ancora migliorare.
Sul fronte occupazionale, i dati raccolti nei vari territori evidenziano un aumento del 6% rispetto al 2022 nel numero di donne occupate. Diminuisce la forbice tra tasso di occupazione femminile e maschile: è del 6,8% a fronte una media nazionale di 12,9. Aumentano le start up rosa: dal 14,5% del totale delle nuove imprese del 2021, nel 2022 sono state il 15,8%. Anche in questo caso Firenze è sopra la media nazionale, ferma al 13,2%.
"La nostra città metropolitana – conferma Paola Monaco, delegata della rettrice dell’università di Firenze per l’inclusione e la diversità – si colloca su molti indicatori in una fascia alta. Ma se il dato è positivo, ci sono margini di miglioramento, soprattutto in alcune zone e settori". L’aspetto più negativo, sottolinea, sono le risorse economiche destinate direttamente alle azioni per la parità di genere. Ma proprio grazie a studi come il bilancio di genere, "si possono creare azioni politiche di contrasto, come corsi di formazione sull’imprenditoria femminile o progetti per la popolazione straniera residente nei Comuni" suggerisce Monaco.
Proprio questo è l’obiettivo del primo bilancio: avere dati certi da cui partire per migliorare la situazione e ridurre le diseguaglianze, incluso redigere un ’Piano di Genere’ e analizzare annualmente i bilanci economici delle amministrazioni comunali sempre in un’ottica di parità. Il progetto da cui nasce questo bilancio, chiamato ‘Metro Gebu-Dicu’, è stato finanziato per 800 mila euro che, oltre allo studio, ha permesso di portare nelle scuole dalle elementari alle superiori iniziative per studenti e docenti per diffondere la cultura di genere e abbattere gli stereotipi attraverso le associazioni e centri antiviolenza di Artemisia e Lilith. Alla presentazione del bilancio, davanti a una platea per lo più femminile, è intervenuto anche il sindaco metropolitano Dario Nardella. "Non si tratta di un mero studio – ha detto -, ma di uno strumento concreto che orienta tutte le scelte politiche a favore delle donne dal punto di vista economico, sociale e culturale. Bisogna investire risorse sia nella sfera educativa e formativa e nella cultura del rispetto, senza il quale non c’è legge penale che tenga".
"Azioni concrete e lavoro di rete, come questo strumento operativo – sottolinea Angela Bagni, sindaco di Lastra a Signa e delegata della Metrocittà alle pari opportunità -, sono fondamentali in questo momento storico con i femminicidi in aumento: bisogna rimodulare i bilanci in un’ottica di genere e cambiare rotta".
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