TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Nuovo cinema italiano nel nome di Dante

Incontro col produttore Antonio Voltolina: "Il nostro impegno è lavorare nell’innovazione nel rispetto dei grandi che ci hanno preceduto"

di Titti Giuliani Foti

"Una delle mie idee è celebrare Dante: e non solo perchè credo che la Toscana e Firenze siano stati e siano oggettivamente un riferimento per il cinema italiano. Ma anche per tutti i grandi attori che l’hanno rappresentata nel mondo: il cinema italiano non può prescindere da questi fondamenti per tutto il sistema che ruota intorno ai film". Antonio Voltolina, produttore e ideatore del Festival del Cinema Italiano promuove da sempre l’italico linguaggio nelle pellicole delle sale. Mestiere non facile. Oggi soprattutto.

Voltolina, lei è uno dei più quotati produttori: qual è la sua idea di cinema oggi?

"Da sempre lavoro perchè l’Italia debba riconquistare quel posto che aveva nel panorama cinematografico nazionale, con uno sguardo attento su quanto le produzioni estere amino il nostro Paese, il che è sempre interessante e ci arricchisce stimolandoci a lavorare meglio. Io sono per il confronto e mi batto da sempre perchè il nostro cinema possa riconquistare quel posto che aveva a livello nazionale e mondiale. Abbiamo fatto scuola nel mondo: non dobbiamo dimenticarlo".

L’emergenza Covid ha affossato molti progetti.

"E’ così: ma nonostante questo in Italia adesso ci sono almeno tre produziojni attive, tra cui anche il film di Giovanni Veronesi, sequel dei Moschettieri del Re".

Firenze la Toscana: come ci vede?

"Ci sono location molto appetibili per la parte cinematrografia che debbono mantenere questa posizione nel mondo e questa garanzia la può dare la Film Commission, che inviterò il prossimo anno al festival, che deve integrare lavoro con un pensiero di sviluppo".

La particolarità del suo Festival del Cinema Italiano?

"Superare quello che accade in queste occasioni che si rivolgono praticamente solo agli a ddetti ai lavori. Io, invece, voglio il coinvolgimento della gente e del pubblico che una volta l’anno possa vedere da vicino gli attori, al di là del red carpet, integrati nella città del festival. Sono da sempre contro le transenne, fisiche e mentali. Il cinema è libertà di pensiero e creatività. E deve esserlo per tutti, senza distinzioni di ruoli".