Nuove scritte contro Marco Carrai: "Ennesimo atto intimidatorio"

Apparse sui muri esterni della sede della Fondazione Mayer. Indaga la Digos

Nuove scritte contro Marco Carrai: "Ennesimo atto intimidatorio"

Nuove scritte contro Marco Carrai: "Ennesimo atto intimidatorio"

’Carrai complice del genocidio’. E, poco distante, ’Free Gaza’. Sono le ultime scritte comparse sui muri esterni della sede della Fondazione Mayer, di cui è presidente il console onorario di Israele per la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, Marco Carrai. A denunciare pubblicamente il fatto è Emanuele Cocollini, presidente dell’associazione Italia-Isreale di Firenze, esprimendo solidarietà al console. Si tratta, sostiene Cocollini, "dell’ennesimo atto grave e intimidatorio nei confronti del console Carrai. A lui va la nostra vicinanza e solidarietà. Condanniamo, inoltre, ogni accostamento fra genocidio e Israele, così come ha detto recentemente anche la senatrice Liliana Segre: non bestemmiamo". Solidarietà al console arriva anche da Italia Viva. "Minacce e intimidazioni del genere non devono avere spazio in città, a maggior ragione se legate alla fondazione Meyer che nulla ha a che fare con queste vicende" dichiara Francesco Grazzini, coordinatore fiorentino di Iv. Le scritte sono state denunciate pubblicamente ieri pomeriggio e subito sul posto si è recata la Digos per cercare di fare luce su quanto accaduto anche grazie alle telecamere di sorveglianza che si trovano nella zona e che potrebbero aver ripreso qualche particolare importante.

Dallo scorso 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha attaccato le comunità nel sud di Israele, il console onorario è stato più volte contestato e criticato. A fine febbraio, durante il convegno ‘Pace e Giustizia in Medio Oriente’, organizzato in Palazzo Vecchio, mentre i relatori parlavano, sullo schermo comparirono le seguenti scritte: "A Marco Carrai viene dato il controllo della Fondazione Mayer anche se non affatto perfino laureato. Soltanto perché sionista". Per tale incarico, un gruppo di dipendenti dell’ospedale pediatrico Meyer ha chiesto più volte le sue dimissioni. A detta dei contestatori la sua figura sarebbe in contrasto con "i valori fondanti il codice etico della fondazione". E questo perché console di "uno Stato che da anni disattende le numerose risoluzioni Onu a suo carico e che recentemente ha risposto a un attentato, sicuramente grave e per questo assolutamente da condannare, in modo chiaramente sproporzionato". Tutto ciò, secondo il diretto interessato sarebbe soltanto una "pretestuosa campagna" contro la sua persona.