
la dottoressa Francesca Mugnai, esperta di pet therapy
Firenze, 24 dicembre 2021 - Un cucciolo da far trovare sotto l'albero? Non è affatto una buona idea. La dottoressa Francesca Mugnai, esperta in pet therapy, invita a una riflessione attenta e condibisa in famiglia prima di adottare un cane, un gatto o un qualsiasi animale".
"Un animale domestico non è una panacea per tutti i mali. Così come non lo sono gli interventi assistiti con gli animali (pet therapy), che eppure sono valevoli in tantissime situazioni emotive e di disagio, come dimostrato scientificamente. Ma un cane o un gatto o qualsiasi animale non sono un palliativo a una sofferenza, il riempimento di una mancanza, un peluche con cui giocare finché ne abbiamo voglia e o finché riusciamo ad emozionarci per la sua allegra e antidepressiva presenza, per la viva novità. Un animale domestico è una responsabilità, è uno sguardo quotidiano sulla cura, e per questo richiede presenza tempo e disponibilità. Un animale è un essere vivente con il suo carattere, le sue necessità, i suoi diritti. Per questo da sempre invitiamo i genitori e i nonni a non accontentare il capriccio di un bambino che vorrebbe trovare un cucciolo sotto l’albero di Natale. Non è un regalo il cane o un altro animale: è un essere vivente di cui prendersi cura responsabilmente. E anche quando i bambini escono da un’ospedalizzazione durante la quale hanno tratto beneficio dal rapporto con un animale di pet therapy, sconsigliamo di farsi prendere dall’emozione del momento e correre a prendere un cucciolo per replicare a casa quanto hanno visto in ospedale. O addirittura acquistare un cane allevato per la pet therapy. Niente di più sbagliato! Gli animali non vanno regalati, comprati o adottati d’istinto perché non sono giocattoli: vanno nutriti, lavati, coccolati, devono uscire, giocare, essere trattati per il loro essere animali, hanno bisogno di spazio, di pulizia. Di tempo. Ci vuole passione, amore e anche tanta pazienza. Finché sono piccoli sono un vanto da mostrare , esibire, stando in quella fase di grande attaccamento e di innamoramento, in cui il cucciolo richiama attenzione, ma poi possono subentrare la noia, il fastidio, l’incuria. Tanti oggi i casi di mancanza di attenzione, in cui spesso il cane è campanello di allarme di un disagio personale e familiare. Un trend da non sottovalutare a livello sociale, segnale di fragilità di un sistema di relazioni e di rapporti. Prima di far entrare un cucciolo in casa, bisogna parlarne in famiglia, valutare gli effetti a lungo termine, costi e gestione, dividersi le responsabilità di ognuno, capire se gli spazi sono adeguati alle sue esigenze. Un cane o un gatto che entrano in casa, diventano a tutti gli effetti membri della famiglia. Qualsiasi carattere abbiano, qualsiasi cosa facciano. E come tali, sempre senza umanizzarli, vanno curati e con loro condiviso un pezzo delle nostre esistenze, anche per molti anni. Sempre troppo pochi... La consulenza di un medico veterinario è indispensabile anche in questa fase per avere un piede nella realtà nella consapevolezza di potercela fare: bisogna essere consapevoli di ciò che si dovrà affrontare quando avremo preso in maniera ponderata e condivisa la decisione di adottare un animale. Le nostre vite saranno diverse da quel momento in poi. E se così sarà, se deciderete di adottare un cucciolo e farlo diventare membro della famiglia, il vostro sguardo sul mondo cambierà: sarà più gentile e curato, la presenza dell'animale ridurrà la sofferenza, sarà un perfetto compagno di giochi. Soprattutto un compagno di un buon tempo".