
"Niente effetti speciali, voglio sentire la gente"
di Giovanni Ballerini
"Tutte le volte, nonostante le canzoni siano molte, cerco a fatica di mettere dentro qualche brano che è magari meno conosciuto, ma non per questo meno amato. Brani come "Quanti amori" o "L’aggeggino", che ho scritto l’anno scorso per la mia prima nipotina, Nina, primogenita di mia figlia Carlotta. Non è una cosa facile perché il mio pubblico ha la sua scaletta in testa e vuole che canti ogni volta i brani che ama, da "Domenica bestiale" a "Guido piano", da "Fiore di maggio" a "Gigi", a "Rosalina".
Note sofisticate per canzoni lievi come piume, eppure ironiche, spesso profonde, talvolta accorate, sempre azzeccate. Fabio Concato, il fine seduttore del pop made in Italy è protagonista con il suo Musico Ambulante Tour domani, venerdì 28 aprile alle 21, al Tuscany Hall per presentare al suo pubblico nuovi e vecchi successi di un repertorio in stretta vicinanza con il jazz, per la sua caratteristica armonia musicale, che il cantautore milanese proporrà dal vivo con Ornella D’Urbano al pianotastiere, Stefano Casali al basso, Larry Tomassini alle chitarre e Gabriele Palazzi alla batteria.
Fabio, che show ha preparato per Firenze?
"Sarà un concerto senza frizzi, lazzi ed effetti speciali perché non li ho mai avuti, anche quando ero primo in classifica. Oggi mi interessa la comunicazione, la musica, sentire il pubblico, scoprirmi, raccontarmi".
Con la consueta eleganza e tanta passione?
"E’ il motivo per cui amo sempre tanto suonare dal vivo. Nonostante i molti viaggi, che cominciano anche ad affaticarmi un po’ perché il prossimo mese ho 70 anni, è talmente tanto il piacere che non ho nessuna intenzione di perdere questa emozione che condivido con i miei fan".
Dopo l’estate, finito il tour, farà uscire un nuovo album?
"Sto scrivendo delle cose, ma non parei dire quando, come e per chi usciranno, attualmente faccio un po’ fatica. Adesso sono molto concentrato su una tournée che sta andando benissimo: Da giugno scorso ho fatto più di cento concerti e sto esortando il mio nuovo manager a fare le cose con un po’ più di calma, perché non sono un ragazzino di primo pelo e, nonostante il divertimento, la passione, bisogna tenere conto anche di quello".
Musicalmente ha mantenuto la svolta jazz?
"Direi di sì. Gli 11 anni trascorsi con Paolo Di Sabatino e il suo trio o i dischi e i tour fatti con Fabrizio Bosso raccontano molto bene il mio amore per quel tipo di musica. Mi piace anche riarrangiare in jazz i miei pezzi, perché sono canzoni che effettivamente si prestano volentieri a un vestito di quel tipo".