LUIGI CAROPPO
Cronaca

"Nicola si è salvato perché è abituato a vivere nella natura"

di Luigi Caroppo

"Nicola è un bambino vivace come tanti altri, se avesse abitato in città forse si sarebbe arrampicato sulla ringhiera del terrazzo oppure se giocava sotto casa poteva finire sotto una macchina. Invece lassù non è successo niente. Riflettete, toglietevi i pregiudizi dalla testa e pensate diversamente. La storia di Nicola può insegnare qualcosa a tutti se non si resta ancorati alla superficie". Domenico Fantini, coordinatore dell’Associazione ‘Campi aperti per la sovranità alimentare’ di cui fa parte la famiglia Tanturli racconta i due giorni in cui la comunità si è mobilitata per aiutare Leo e Pina, loro amici prima di tutto e poi produttori di miele che vendono ai mercati rionali.

C’era anche lei a cercare Nicola con i soccorritori.

"C’ero io e una ventina di nostri associati. Noi ci sentiamo prima di tutto comunità di persone, poi produttori e innamorati della terra. Quando qualcuno ha un bisogno ci mobilitiamo. I nostri valori sono solidarietà e mutualismo; prima di tutto viene il rispetto reciproco per chi siamo e per le nostre storie".

Leo e Pina e i due bambini.

"E’ una famiglia normalissima, non ha nessun problema. I genitori hanno deciso di vivere in Mugello a contatto con la natura. A voi sembra strano che una famiglia decida di vivere così... Ma sono io a chiederi come fate a vivere in una scatola di cemento dentro un palazzo di dieci piani.... Noi sappiamo che i nostri primari riferimenti sono aria, acqua, sole. E di conseguenza viviamo in equilibrio con questi elementi. Voi andate in tilt se non c’è la connessione social, noi ci muoviamo e calibriamo le attività in base al sorgere e al tramontare del sole".

Punti vista?

"Punti di vista. I nostri sono adeguati al nostro benessere e a quello di tutti gli altri: rispettiamo la terra, non la sfruttiamo".

Durante le ricerche c’era preoccupazione, ma non disperazione come se si aspettasse il lieto fine. Vero?

“Noi siamo abituati a fare, prima di disperarsi abbiamo detto diamoci una mossa e andiamo a cercare. Eravamo seri, tutti preoccupati".

Nicola sta bene, la famiglia, la casa e la natura lo hanno riabbracciato.

"Ho parlato con i genitori, sono più sereni. Ci hanno detto che rideva e scherzava con il fratellino".

Pina, la mamma di Nicola, presentandosi sul vostro sito racconta: ‘Mi sembrava assurdo saper utilizzare un pc e non aver mai piantato un pomodoro, non saper più riconoscere una pianta velenosa da una che cura, calpestare erbe mangerecce, quale legna usare per dei manici o dei recinti... non volevo sfruttare nè essere sfruttata’. E’ una messaggio rappresentativo della vostra filosofia di vita?

"Sì, noi siamo questi. Siamo per la solidarietà e la sostenibilità. Lavoriamo la terra, vendiamo i nostri prodotti per mantenerci. Stare a contatto con la natura è la nostra ricchezza. E ci fa dire a voce alta a tutti: avete visto che a Nicola non è successo niente?".

Come dire se la natura la rispetti, la natura ti rispetta. E così ha fatto col piccolo Nicola.