
La dottoressa Lucilla Bonvini, medico dell’unità operativa di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Meyer
Firenze, 27 gennaio 2024 – Disturbi psichiatrici in aumento durante l’età evolutiva. E non solo per effetto della pandemia. A delineare il quadro sono gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Trattandosi di episodi acuti, sono solo la punta dell’iceberg, ma a maggior ragione indicativi: dal 2018 al 2021 gli accessi per disturbi alimentari fra 8 e 18 anni sono passati da 20 a 90; quelli per agitazione psicomotoria da 85 a 155; per disturbi d’ansia da 40 a 100; per suicidalità (tentato suicidio) da 50 a 100. Ad analizzarli, la dottoressa Lucilla Bonvini, medico dell’unità operativa di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Meyer, specializzata in disturbi alimentari.
Quando è iniziato questo aumento?
"I nostri dati, in linea con quelli nazionali e degli altri Paesi occidentali, fotografano un incremento nell’ultimo decennio, con un’accelerazione in pandemia. Il Covid dunque ha inciso, ma il trend si era già affermato. Gli incrementi maggiori riguardano le patologie legate al corpo e alla fisicità: dell’autolesionismo ai disturbi alimentari, che sono forse i più numerosi. Ci sono poi i disturbi da somatizzazione, in cui c’è un sintomo somatico (cefalea, svenimenti, mal di pancia o dolori articolari), ma con un’origine psichiatrica. È importante misurare le risorse economiche su questi bisogni per agire subito e non arrivare ad avere adulti disfunzionali".
Secondo voi da cosa deriva il trend?
"Nella società attuale, anche a causa dei social network, il modo in cui gli altri ci vedono è diventato centrale. Questo fa sì che, quando c’è una patologia, il corpo diventi lo strumento per esprimere il disagio: se il mio corpo è ferito comunico agli altri che sto male (da qui l’autolesionismo); se sono magra mostro di rispettare determinati, presunti, canoni di bellezza (da qui i disturbi alimentari)…".
Cosa porta ad ammalarsi?
"Le patologie psichiatriche sono multifattoriali e non si può semplificare. Non c’è mai una causa unica, tantomeno puramente ambientale. Spesso si hanno una predisposizione genetica o individuale, sulle quali vanno a incidere eventi stressanti ai quali l’individuo dà risposte disfunzionali. Altre volte l’evento traumatico non c’è. Alcuni sentimenti frequenti nei ragazzi con disturbi alimentari sono la vergogna, l’ansia sociale, il perfezionismo patologico. C’è un’ipersensibilità al giudizio degli altri, un voler piacere a coetanei, genitori o insegnanti. Altro fattore ricorrente è la difficoltà dei genitori a svolgere il proprio ruolo. Se padri e madri sono sopraffatti dai loro problemi e non riescono a sintonizzarsi emotivamente coi figli, il rapporto rischia di spostarsi sulla prestazione. I risultati dei ragazzi diventano il metro per giudicarli e per valutare le proprie capacità genitoriali. Si torna così al perfezionismo patologico di cui parlavamo prima".
Bullismo e violenze possono favorire disturbi psichiatrici nelle vittime?
"Spesso anche i bulli sono ragazzi insicuri che, per farsi accettare, si inseriscono in una dinamica sbagliata di gruppo, prendendo di mira i più deboli. Ovviamente se le vittime hanno delle fragilità, gli episodi di bullismo possono peggiorare il quadro ed essere fattori di stress. Anche in questo caso però il problema è complesso e va guardato da più angolature".