
In auto c’era un carico di droga. Segnatamente 23 chilogrammi di hashish, probabilmente pronta ad entrare sul mercato. A tradire l’uomo alla guida della macchina, come spesso accade, il suo atteggiamento nervoso, alla presenza delle forze dell’ordine. Un atteggiamento che ha immediatamente insospettito gli operanti che hanno proceduto ad approfondire il controllo: da qui la scoperta dello stupefacente. Ma vediamo com’è nata, e come è stata portata a termine, l’operazione.
I finanzieri della sezione antiterrorismo e pronto impiego del gruppo della guardia di finanza di Pisa, nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio e di repressione dei traffici illeciti, hanno eseguito pattugliamenti delle vie di comunicazione che collegano il capoluogo pisano con le principali province limitrofe. Un monitoraggio capillare ed importante, una sorta di rete a maglie fitte per incastrare o verificare movimenti e mezzi sospetti. Nel corso del servizio, i militari hanno individuato una autovettura Mercedes , modello Classe A sottoponendola a controllo mentre si stava dirigendo da San Miniato verso la provincia di Siena.
A bordo vi era solo il conducente, un uomo italiano di 65 anni, residente nel Comune di Castelfiorentino che – si apprende – una volta fermato per il controllo mostrava, sin da subito, un atteggiamento nervoso.
A seguito della perquisizione, i finanzieri, nel vano bagagli dell’autovettura, rinvenivano un borsone da calcio, contenente anziché vestiario sportivo, 16 panetti di hashish, per un totale di oltre 23 chilogrammi di sostanza stupefacente. L’uomo, effettuati tutti i conseguenti accertamenti, è stato pertanto arrestato in flagranza di reato per traffico di sostanze stupefacenti e condotto alla casa circondariale "Don Bosco" di Pisa, a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli ulteriori approfondimenti del caso.
La droga resta , dunque, e anche questo ulteriore arresto ne è la riprova, uno dei fronti più caldi per il territorio e sul quale si concentrano gli sforzi delle forze dell’ordine per controllare "arrivi" e "partenze" da quelle che sono le principali piazze dello spaccio, e dove il lavoro dei pusher è alimentano da costanti rifornimenti. Ad ulteriore conferma del fenomeno ci sono i numerosi processi per spaccio che giornalmente si celebrano nei tribunali. Sia a Pisa, come a Firenze.
Carlo Baroni