'Ndrangheta, maxi retata dei carabinieri. Arresti anche a Firenze e Livorno

A Impruneta un geometra è finito agli arresti domiciliari

Il blitz dei carabinieri

Il blitz dei carabinieri

Firenze, 16 febbraio 2021 - Sono 28, di cui 25 in carcere e tre ai domiciliari, le persone arrestate nell'operazione Metameria coordinata della Dda di Reggio Calabria. Oltre che nella città dello Stretto i carabinieri hanno operato nelle province di Cosenza, Milano, Varese, Como, Livorno, Firenze e Udine. A Impruneta è finito ai domiciliari un geometra, arrestato dal nucleo investigativo di Firenze.

Associazione di tipo mafioso, estorsioni, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni e valori aggravato dall'agevolazione mafiosa sono i reati contestati dai pm Stefano Musolino, Walter Ignazitto e Giovanni Calamita ai boss e ai gregari delle principali cosche del mandamento centro.

L'inchiesta ha avuto origine dalle indagini avviate all'indomani della scarcerazione di Filippo Barreca, boss della cosca operante nel quartiere di Pellaro e Bocale. Barreca, finito ai domiciliari, è tornato sul proprio territorio e ha ripreso il ruolo di vertice assumendo la responsabilità del gruppo per la finalizzazione delle attività illecite, curando anche i rapporti con gli imprenditori collusi, ordinando atti intimidatori e ritorsioni in danno di commercianti ed imprenditori inadempienti alle richieste estorsive. Inoltre, si è occupato del mantenimento degli appartenenti alla cosca detenuti, ha impartito ordini e dato indicazioni riuscendo anche ad eludere le prescrizioni di detenzione domiciliare, pianificando l'esecuzione, le esazioni e la distribuzione dei proventi estorsivi.

Dda e carabinieri sono riusciti a censire i rapporti di cointeressenza criminale della 'ndrangheta di Pellaro con i vertici delle maggiori articolazioni della 'ndrangheta reggina quali i Labate, gli «arcoti» Condello e De Stefano, le famiglie di 'ndrangheta di Santa Caterina e dei Ficara-Latella di Croce Valanidi.

Oltre a Barreca e agli esponenti del suo clan, infatti, tra gli arrestati c'è Demetrio Condello, ritenuto reggente della cosca di Archi, e Giandomenico Condello. Nell'inchiesta è indagato anche il boss Carmine De Stefano, figlio del defunto «mammasantissima» don Paolino De Stefano. Grazie anche alle dichiarazioni del pentito Maurizio De Carlo, secondo gli inquirenti Carmine De Stefano avrebbe fatto valere il proprio ruolo sia nel suo intervento per «aggiustare» un'estorsione ai danni di un supermercato ad insegna Conad, sia per mediare tra i rappresentanti della cosca Barreca e le persone offese per la determinazione di importi, tempi e modalità di versamento delle somme di denaro.

 

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