
Nardella rompe gli indugi Via la Del Re dalla giunta "Frattura insanabile con l’amministrazione"
di Ilaria Ulivelli
Dormirci sopra non gli ha fatto cambiare idea. La sera prima aveva sfogliato i comunicati di Del Re come margherite, ma la smentita secca che lui le aveva chiesto e cioè di non aver mai pronunciato le parole fatidiche "passaggio della tramvia al Duomo" non era mai arrivata. Dario Nardella aveva dunque lasciato appesa a un filo la fiducia alla sua assessora all’urbanistica. Ma il consiglio portato da una lunga notte di tormenti è arrivato con la rassegna stampa. "E’ finita".
Convoca tutti a Palazzo Vecchio, entra vestito di blu, con la cravatta rossa un po’ scarmigliata e attacca a parlare, scuro in volto. Va dritto al punto. "Nel giorno stesso della discussione è esplosa una vera bomba politica perché sulla pedonalizzazione del Duomo e il tema del passaggio della tramvia da quella piazza non è possibile la benché minima incertezza o ambiguità – incalza Nardella – Aver aperto una discussione su tale tema significa aver creato una frattura insanabile con l’amministrazione e con la città".
Nardella si sfinisce su questo tema. Perché il tram è al centro dell’azione di governo del sindaco. Lui vuole portare a termine un lavoro che ha caratterizzato i suoi due mandati senza inquinamenti. E’ sferzante. "Dobbiamo essere trasparenti e responsabili di fronte ai fiorentini – insiste – - Ho preso questa decisione perché ho pensato al mandato concesso dai fiorentini e non li voglio tradire, fino all’ultimo giorno".
Dunque il sindaco si assume la responsabilità politica e istituzionale della decisione. "Non voglio caricare il partito – insiste – Poi, se il partito vorrà esprimere la sua posizione, lo farà". Dopo aver silurato Cecilia Del Re, fa il punto su uno dei momenti più amari e complessi dei suoi due mandati. Dopo aver deciso di sfiduciare la sua assessora "ho informato i vertici del partito regionale, provinciale, locale", così come "il capogruppo del Pd a Palazzo Vecchio". Non la segretaria del Pd Elly Schlein. Anzi, si stizzisce un po’ con chi glielo chiede e risponde ironicamente: "Stiamo parlando di Firenze e dell’assetto della giunta, non del governo". E’ infastidito dal retropensiero che cova nei retroscenisti anche prima di esplodere nelle parole della defenestrata e cioè che, brutto per quanto brutto, che l’assessora abbia tirato fuori un tema divisivo, fuori dal programma e mai condiviso né col sindaco né con la giunta, potrebbe non essere abbastanza per la ghigliottina. Ma il sintomo di un malessere già maturato nei suoi confronti, oppure di una scelta dettata da nuove logiche di partito e di spartizioni di poltrone nel dopo congresso. "Niente di tutto questo", è categorico Nardella. "Non ho mai preso decisioni condizionato da capibastone, gruppi di potere o partiti".
Il divorzio non ha niente che vedere neppure sulla possibile candidatura a sindaca di Del Re.
La questione è tutta incentrata sulla credibilità. Nardella non teme neppure eventuali ripercussioni sulla tenuta della maggioranza. "Ho ricevuto un mandato dai cittadini e lo porto in fondo. E se non dovessero esserci più le condizioni per andare avanti, ognuno se ne assumerà le responsabilità". E’ così arrabbiato da arrivare sino alle estreme conseguenze che eventuali alleanze con l’ormai ex assessora potrebbero avere in consiglio comunale. "Sono pronto anche a rimettere il mio mandato e dare le dimissioni se qualcuno ritiene che non ci siano le condizioni".